Ljubomir Borozan: “L’artista italo montenegrino termina la monumentale opera scultorea in bronzo dedicata a San Trifone“
Borozan restituisce alla storia dell’arte la sua visione della figura sacra del giovane martire cristiano, fusione perfetta tra stile classico e contemporaneo
Siglato l’accordo tra l’artista Ljubomir Borozan e la storica Fonderia Artistica Guastini di Vicenza per la realizzazione in bronzo dell’opera scultorea dedicata a San Trifone; un’inedita versione della figura del giovane martire cristiano dalle dimensioni monumentali. Ljubomir Borozan, figlio d’arte, è un personaggio eclettico la cui vita è sempre stata legata indissolubilmente all’arte. Cresce nell’atelier del padre, Dušan Borozan ed oggi, all’età di 85 anni, prosegue il suo percorso artistico, suggellando, con questa nuova maestosa opera, una carriera straordinaria volta alla ricerca del bello, che si snoda sul fil rouge di una famiglia che, da sempre, ha mantenuto fede alla propria vocazione artistica. Con questa sua scultura Borozan suggella il legame profondo tra l’Italia, sua terra di origine ed i Balcani, dove attualmente vive e lo fa in grande onorando proprio San Trifone, conosciuto e venerato sia in oriente che in occidente. Il connubio con una delle più rilevanti fonderie artistiche a livello europeo nasce dalla condivisione di una filosofia ben precisa, che vede la bellezza quale elemento fondante di uno stile di vita teso alla riscoperta delle proprie radici nella cultura mediterranea e nella storia dell’arte che la caratterizza. Da fine ‘800, abilità tecnica, conoscenza dettagliata di tutte le fasi di esecuzione, maestria artigianale e soprattutto l'entusiasmo e la passione dei suoi uomini, fanno della prestigiosa Fonderia Artistica Guastini, specializzata nella realizzazione di opere d'arte in bronzo fuse a cera persa, una realtà di successo, punto di riferimento e ambita meta per artisti e designer di fama internazionale. Una squadra fatta di uomini, occhi attenti e mani sapienti in un laboratorio-fucina dove la precisione è frutto dell’esperienza e della pura passione per un mestiere affascinante che affonda le sue origini nella notte dei tempi e non certamente su macchine a controllo numerico. Tra le realizzazioni più imponenti firmate Guastini va menzionata la più grande scultura equestre in bronzo mai realizzata al mondo, commissionata dal governo macedone, rappresenta Alessandro Magno a cavallo: è alta 30 metri e pesa 350 quintali. L’età del bronzo per Guastini non è mai finita, grazie alla creazione di opere dalla fattura esclusiva, attraverso un procedimento classico di realizzazione in perfetta armonia tra fusione in bronzo e riscoperta dell’immenso patrimonio artistico mondiale. Ljubomir Borozan sceglie San Trifone in quanto patrono protettore dell’antica città montenegrina di Cattaro. San Trifone nacque intorno all'anno 232 a Lampsaco nella Frigia, che allora faceva parte della provincia romana di Apamea (attualmente la Turchia). Il nome Trifone è antichissimo e si trova nel primo libro dei Maccabei nell'Antico Testamento, la cui radice etimologica "Tripli" significa "persona di animo nobile". Mentre il culto in Oriente è iniziato già dal IV secolo proseguendo fino ad oggi, il culto in Occidente risale al X secolo, proprio con l'anno 809 in cui Cattaro divenne punto centrale di tale diffusione con la presenza delle reliquie del Santo e la grande devozione dei cattarini per esse. Il culto verso San Trifone è stato molto vivo, fino al medioevo, in Nicea, dove Trifone subì il martirio, poi si diffuse nelle regioni vicine: a Costantinopoli, capitale dell'Impero romano d'Oriente, in Grecia e persino in Russia, il cui nome è legato alla storia di Mosca dalla suggestiva leggenda circa il falcone di proprietà dello Zar Ivan il Terribile (1530-1584). Da Cattaro il culto si diffuse sulle sponde dell'Adriatico fino a Venezia e Mestre e in Italia meridionale, in Sicilia e, in particolare, in Puglia. Alla diffusione del culto dei Santi orientali certamente influì l'iconoclastia, o lotta alle immagini sacre, verifìcatasi in Oriente tra l'VIII e il IX secolo, che ha spinto i devoti a salvare quelle immagini e sacre reliquie trasportandole, furtivamente, in Occidente. L’opera di Borozan esce dunque da ogni cliché proponendo un’immagine completamente inedita del giovane martire la cui fattura rimanda alle sculture arcaiche greche dei Kouros, giovani uomini nel pieno e vigoroso splendore del proprio sviluppo fisico e nell’armoniosa completezza dello sviluppo interiore, che riuniscono in sé l’ideale assoluto della bellezza. San Trifone appare in posizione stante, raffigurato con la testa eretta e la gamba sinistra leggermente avanzata, quasi ad accennare un passo. Il braccio sinistro è piegato verso il petto e sorregge la cittadina di Cattaro come a volerla avvicinare al proprio cuore proteggendo i suoi abitanti, mentre la mano destra è distesa in avanti e stringe una palma. Borozan introduce una calcolata asimmetria: il bacino evidenzia, infatti, una leggera rotazione che rende dinamico l’intero assetto del corpo, disegnando una linea lievemente ondulata con curve contrapposte. In questo modo lo scultore è riuscito ad imprimere una parvenza di moto e leggerezza alla figura. Il processo di ponderazione della statua è avviato, con la distinzione tra una gamba portante e l’altra libera, cui consegue quel sinuoso dislocarsi delle varie parti del corpo secondo lo schema compositivo in contrapposto, che conferisce alla figura un atteggiamento di elastica naturalezza. L’intera scultura acquisisce così morbidezza e armonia risultando snella e aggraziata, richiamando alla mente la morbida modulazione di luci e ombre nelle pieghe del lungo ed ampio manto che scende fino a terra. Ma il dettaglio più sorprendente è senza ombra di dubbio il ritratto del giovane martire: le labbra risultano appena increspate in una sorta di misterioso sorriso, mentre lo sguardo impavido è rivolto verso l’orizzonte. Un ritratto, non solo molto reale e contemporaneo, ma anche dotato di forti valenze psichiche ed espressive, uno splendido volto che riflette fierezza, nobiltà e determinazione. L’artista Ljubomir Borozan ringrazia tutti coloro che hanno creduto in questo progetto ambizioso e che lo stanno supportando per portare a termine una delle opere più rilevanti che già sta segnando il suo ingresso nella storia dell’arte internazionale.
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