La Fumatrice
RICICLAGGIOD’AMORE – ITALO TURRI (1926-1995)
(di Maria Teresa Palitta)
Le mani soprapposte, losguardo malinconico, il volto scavato, come campo da semina, in Italo Turri,ribattezzatosi Monzon, per l’immersione nell’arte, confermano il pathos di cuisono ricche le opere.
Il “riciclaggio” d’amore, cui andò incontro, nel suo percorso storico, segnòl’encomio dell’essere che dilada se stesso su cartoni rimessi in equilibrio perconfermare il verdetto “Nulla si distrugge: Tutto si trasforma”.
In questo impeto realizzante, Turri manifestò il trionfo del decadenteattraverso un innesto di memorie (donne, oggetti, animali) effettuato umilmentenell’evanecenza dipinta o edificata, con smalti e impellicciature, in unadattamento scenico povero e suntuoso.
Alla radice, Turri pose l’amore, e su questa base ebbe modo di esprimere ilnettare della semplicità assoluta. Egli si abbandonò alla corrente, come icartoni reclicati e i piani rigidi, e approdò nel delta del consolidamentointellettuale: da un lato i tesori dello scarto, dall’altro l’idea. Così l’arteesplose in tutta la sua intrinseca estensione. La radice e il seme delpensiero, implicido nella forma, presero corpo e crearono ciò che ora cistupisce.
Dal tocco evanescente seppe trarre il preludio di una risonanza arcaica. Glieffetti della sua Anagni si espansero gradatamente e raggiunsero nuovepostazioni. Così il memoriale fu completo. Ciò che vide, nel suo straordinariovissuto, di lavoro e rinunce, assume caratteristiche difficilmenteriscontrabili nelle solenni accademie.
Turri ebbe di solenne l’intuito primordiale, la rapidità esecutiva,l’approssimazione vitale, come se i soggetti fossero anch’essi sospinti dallacorrente in cerca d’approdo. La sua tenacia gli fece compilare un moduloconforme al suo tenore di vita: estraniato dai rumori, fasciato di umiltà,desideroso di lasciare un segno, sulle cose gettate, come atto d’amore chesollecitasse le umane dissonanze, pronte a disfarsi dell’utile per un deleteriocapriccio, seppe effettuare la metamorfosi che ora produce crescendiinevitabili.
Un impressionismo puro, personalizzato, ricco di sequenze che pongono la donnaal di sopra di tutto; un elogio soave, discreto; un sereno rendimento perl’aria respirata e per la raccolta di elementi destinati alla polvere, primache le sue mani audaci vi imprimessero sopra il marchio inconfondibile del loroamore.
L’Argentina ebbe un pugile di nome Monzon, dalle cui mani esplodeva la forza.
Noi abbiamo avuto un pittore dall’indole forte: le sue dita strinsero i cartonidestinati al degrado, li accarezzò, li stese, li dipinse e li regalò, estasiatoper la gratitudine. Nel frattempo l’estasi è divenuta recripoco sostegno: lasua arte rimane intatta nello scrigno del mistero. A noi la facoltà di scoprirequanto siano amorevoli i dipinti di Turri nel loro inconcepibile elemento.
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