Italo Turri Monzon: La Poetica della Testimonianza
ITALO TURRI - MONZON
“La poetica della Testimonianza”
Mostra antologica
La Poetica della Testimonianza recita emblematicamente il titolo di una mostra per ricordare a diciotto anni anni dalla scomparsa, la figura di Italo Turri, autore tra i più originali del panorama artistico della terra di Ciociaria, perche' prezioso e' l'omaggio ad un artista, che della testimonianza ha fatto il credo del suo incedere, senza mai ricorrere ad una disarticolata funzione dei ruoli: quello dell'uomo e del pittore cresciuto in esso. O viceversa.
Ordinata da Anna Turri e presentata dalla Professoressa Maria Teresa Valeri, la mostra, che accoglie oltremodo preziosi inediti, permette una lettura davvero compiuta e rigorosa dell’intero percorso artistico di Turri pittore.
Ospitata nella suggestiva cornice del Chiostro di San Francesco di Alatri, la mostra sarà inaugurata sabato 1 Giugno 2013 alle ore 18.30.
Chiostro di San Francesco
Piazza Regina Margherita Alatri (FR)
1 – 20 Giugno 2013
Tutti i giorni 10.00 - 13.00 / 16.00 - 19.30
(Ingresso Libero)
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ITALO TURRI "MONZON": SULLE ALI DELLA MEMORIA
(di Nello Proia)
Un atteggiamento tra l’emarginazione e l’anticonformismo, uno spirito tra il “clochard” e il contestatore, un carattere tra il misantropo e il disincantato: ecco i connotati che emergono a prima vista scorrendo, con la memoria, dapprima la vita venturosa e “bohèmien” e poi l’arte graffitici ed istintiva di ITALO TURRI.
Guardando e analiezando oggi, con un accomodante “senno del poi” e con una sommaria conoscenza “a posteriori” dell’uomo, alcuni critici e biografi hanno accostato la creatività “naif” e primitiva di ITALO TURRI a taluni epigoni dell’Arte Figurativa: l’espressionismo di Roualt, la “materialità” di Alberto Burri, addirittura il “grottesco” del Goya, il “caricaturismo” di Daumier, le “allucinazioni” di grotz, fino alle “visioni” di Bosch ed alle esasperazioni di Munch.
Per me, che l’ho conosciuto fin da quando, bambino, mi imbattevo in lui per le vie di Anagni e restavo incuriosito dal suo portamento tra il burbero e lo sprezzantema dalla figura intensamente umana, ITALO TURRI resta una figura-chiave, se non simbolica, dell’Anagni popolana, schietta e genuina del tempo che fu e che mai più tornerà. Se mai, a farla rivivere, sarà proprio quello che ci ha lasciato ITALO TURRI con la sua pittura tanto semplice ed estemporanea quanto sofferta e significativa.
Sui miseri, laceri, consunti cartoni, ITALO TURRI è riuscito a ricostruire un intero piccolo mondo di sensazioni, di sentimenti, di stati d’animo, forse anche di sogni non realizzati e di speranze perdute. Questo mondo, oggi, è più vivo che mai. Questo è stato ITALO TURRI, semplice come uomo, unico come artista, al quale tutti hanno voluto proporre forzosi accostamenti.
Hanno definito ITALO TURRI “Monzon”, forse per il suo strenuo e tormentoso “combattere” contro la vita e contro gli uomini che non gli furono troppo amici. Io lo definisco “ Don Chisciotte”, alla stregua del fantasioso e trasognato cavaliere che, da solo, voleva combattere contro tutti e sfidare il mondo. Ma invece che contro i fatidici mulini a vento, ITALO TURRI ha combattuto contro il disinteresse e la noncuranza delle persone. Le sue armi, anziché quelle del tipico cavaliere per metà medioevale e per metà “hidalgo”, sono stati i suoi dipinti, con i quali ha “fermato” momenti essenziali della sua vita ed affermato il valore del suo genio.
sabato 1 giugno 2013
Piazza Regina Margherita - Alatri - Frosinone - Italy
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