LA VITA E’ SOGNO
“La vita è sogno”, così afferma il titolo della commedia, scritta nel 1635, di Pedro Calder?n de la Barca che ispira molti dipinti di Gambasin, tanto da dedicare un intero periodo del suo lavoro, dal 1986 al 1991, a esso.
In questo contesto l’artista con la parola “sogno” non intende la visione onirica ma lo scorrere del pensiero.
La realtà oggettiva della vita viene messa in dubbio. “La vita è sogno” smette di essere affermazione per tramutarsi in una domanda profondamente esistenziale.
Una domanda forse destinata a non trovare mai una risposta definitiva, ma ciò non fa venir meno la sua importanza. La domanda possiede in se stessa il potere di far riflettere, di far valicare i confini costruiti dal rigore di una concretezza che non permette l’espansione del pensiero e quindi la sua completa espressione.
Ed ecco questi due elementi, concretezza e pensiero, che si contrappongono mentre l’interrogativo su quale dei due costituisca il reale continua a echeggiare.
Negli oli su tela appartenenti al periodo tale contrasto viene rappresentato tramite la coesistenza di forme rigide, squadrate, dai colori forti e figure più leggere, tondeggianti, dalle tinte tenui.
Le prime esprimono il rigore della concretezza con le sue regole per la sopravvivenza e l’ordine sociale, le seconde il sogno, il pensiero che ci trasporta in un nuovo mondo in cui le regole non sono necessarie, dove non entra il meccanicismo che rende la vita prevedibile, piatta.
La dimensione del sogno, così come è concepita da Gambasin, offre la possibilità di spezzare le catene del determinismo per riappropriarsi della propria vita.
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