Ad una prima osservazione la pittura di questo artista, che è passato dall'esperienza grafica a quella fotografica per giungere, grazie alla frequentazione del Maestro Antonio Carena iscrivendosi all'Accademia di Belle Arti di Cuneo, alla fase coloristica attuale, rivela una sostenuta tonalità che lo fa pervenire
ad una presa di posizione cromatica apparentemente tutta risolta.
Sono i climi carnosi dei rossi, blu, verdi, che fanno spicco ed investono corpi, volti o i rari oggetti abbagliando con riflessi di luce i piani interni. Ma poi, se si analizzano i giochi d 'ombra ed i rilievi,
ci si accorge che dai segmenti di luce risaltano primi piani e nudi
forti di un loro profondo carattere espressivo. La figura assume
così una sua particolare identità anagrafica, rivelatrice di un segno
certo del "ritratto", dal volto autentico che ha nome e cognome.
Occorre comunque rifarsi al taglio del disegno primordiale, che
Trucco non ha mai abbandonato, ad una sua elaborazione tematica che è divenuta acquisizione tecnica di spazi, volumi e forme. Siamo quindi a risultati ben precisi ed ormai canonizzati del pittore, il quale, dal ritratto umano, caratterizzato da grandi occhi profondi, specchi silenziosi di stati d'animo particolari, passa alla figura, prevalentemente femminile, dove vengono aggiunti blocchi di luce a strati verticali: Donna Tuareq, L' Amica di Raz, Aborigeno, Nudo Materico, oltre a sottolineare l'abilità esecutiva del pittore, parlano della sua insistente ricerca legata al linguaggio del corpo e della sensualità nonchè ai quesiti gauguiniani inerenti la vita terrena. Col colore predomina inoltre la corposità scheggiata dei riflessi che fanno fascia di luce, rifrazione ritmica su ipotetiche pareti di cristallo, movimento sintattico di alto riverbero.
La natura di Trucco appare quasi in rilievo. Affiora il suo carattere con Ia forza mnemonica di soggetti dialoganti e dialogati interiormente. I verdi, i rossi e gli azzurri si drammatizzano in accensione poetica (che è tutt'altro dal realismo e dal
romanticismo) per approdare alla corposità di una materia viva ed
efficace di risultati. II realismo, semmai, (antica matrice) sta nelle
"cose", riscattato dai riflessi che fanno da sfondo in una luce così
moderna da apparire, a volte, artificiale, neon partecipe e soffuso;
forse la luce fredda della nostra società che peraltro si stempera in
sfumature volte al recupero dell' esterno e dell'interiore. La dialettica si fa strada nell'esposizione del pittore. Nulla è fermo.
Nulla è definitivo. Un artista è sempre esposto ed allarmante dietro
le proprie congetture, dentro le proprie idee, che salgono da
matrici profonde. Ed anche in questo caso si deve risalire alle
origini personali e alla sua storia perché da questi dati nascono i
colori e la pennellata sicura e, a volte, intensa: da quella voragine
di cose che emerge nella giovinezza e di cui può essere ricca, o
parca, l 'infanzia. Per questo è importante risalire, in ogni autore,
alla sua biografia: specie per Trucco che certo, già solo nelle
proprie espressioni artistiche, denota di essere un personaggio
che non rinnega nulla di sé e della propria esperienza poiché
l'humus in cui si è formato sarà sempre più la base per focalizzare
la sua continua ricerca.
Giorgio Barberis
Giorgio Barberis [Critico d'Arte, Giornalista]
Hai bisogno di informazioni?
Vuoi chiedere maggiori informazioni? Lasciami un messaggio, risponderò al più presto