Naif: i Candidi
Può sembrare strano che il fenomeno “naif” sia ancora considerato del tutto marginale nel panorama dell' arte contemporanea e non venga preso in considerazione da coloro che di quest'arte tracciano i lineamenti storici e fissano gli aspetti estetici, sociali, di gusto e di costume. Ma verso tutti coloro che si accomunano nella ricerca di un'espressione ingenua, di formazione autodidattica, sollecitata dal recupero di emozioni visive incontaminate dalla cultura e dalla civiltà, si mantengono le più drastiche riserve, confinandosi addirittura l'appassionata curiosità che hanno talora suscitato in una sorta di "piacere dell'autopunizione".
Il termine naif sta ad indicare non tanto i pittori "ingenui", popolarti, che da molti secoli si sono dedicati ad una produzione di carattere artigianale e popolare (ad esempio i pittori di ex-voto, i quali, su commissione, si sono limitati ad illustrare la "grazia ricevuta", ispirandosi allo stile dell'epoca) quanto essenzialmente quegli autori, irregolari ed emarginati e comunque affatto estranei a scuole e correnti, a problemi di ricerche o sperimentazione, i quali pur tuttavia sono giunti a risultati estetici di notevole sensibilità lirica e poetica mediante una manifestazione espressiva particolarmente candida, ingenua, pura, spontanea, sia per quanto concerne i caratteri grafici, morfologici, sia per l'assunzione tematica senza porsi problemi di stile, spinti solo da un prepotente ed istintivo bisogno di esprimersi: non quindi con l'intenzionalità o la coscienza di fare arte o di tendere all'arte o di innovare stili e tematiche o, ancora, di proporre, nella temperie artistica del loro tempo, una particolare loro presenza che incidesse nel campo della cultura e del sociale. Si può creare un'opera d'arte senza educazione alcuna, anzi partendo da un'assoluta ingenuità e mancanza di esperienza, da un' assoluto isolamento e da una totale mancanza di rapporti con l'arte ufficiale. Essi dipingono perchè ciò li aiuta a vivere e perchè è in questo modo che si sentono persone, liberi in un contesto spersonalizzante e massificante. Ed è così che la pittura "naive" permette la realizzazione, come bisogno esistenziale, improrogabile, di sè stessi.