La tecnologia delle mani
“L’arte italiana non è solo prerogativa del passato, oggi l’arte contemporanea made in italy ha un aspetto diverso e moderno come le opere dell’artista Germano Casone, protagonista della storia che merita di essere raccontata.” — Luciana Rassati Per l'artista Germano Casone il disegno è un'arte che non abbandonerà mai ed è da sempre la sua passione. Il disegno traccia nella vita dell'artista la sua esperienza lavorativa, da grafico e illustratore pubblicitario a designer di gioielli per importanti griffe. Successivamente Casone si avvicina all'arte figurativa interessandosi alla Street Art (o meglio come dice l'artista, divertendosi) realizzando murales, dipingendo chiese, edicole e cappelle cimiteriali, ma non solo, anche immagini sacre, diventando "artista madonnaro". Quest'arte gli consente di viaggiare in lungo e in largo in Italia e in tutta Europa accumulando ulteriori esperienze positive. Ma per Germano Casone il disegno continua ad essere la sua grande passione, con parole sue l'artista afferma: "Il passaggio dal disegno alla scultura è quasi automatico, in effetti scolpire equivale a disegnare le varie prospettive dello stesso soggetto, la scultura non è altro che un disegno tridimensionale". Decide, a questo punto, d'imparare a modellare la creta dai maestri ceramisti e scultori liguri apprendendone la tecnica, plasmandola, ammorbidendola e trasformandola a suo piacere. Tutto questo gli consente nel tempo, di raggiungere dei buoni risultati riuscendo ad esprimere forme più vicine al suo intendere l'arte. * Nelle parole seguenti Germano Casone esprime il suo pensiero rivolgendosi a chi ammira le sue opere: "Chi si avvicina alle mie opere, mi auguro che non si limiti a guardarle esteriormente ma le spogli, per vedere l'immagine che si trova dentro... all'esterno troverebbe solo una forma più o meno bella e lo scultore non sarà riuscito nel suo intento, ma avrà realizzato solo dei soprammobili, se ritenete, anche belli... ma senz'anima." “Modellando la creta Germano Casone rinviene la cifra archetipica della sua poiesis, l’elemento primordiale, ctonio, attraverso il quale veicolare un messaggio che, lungi dal rappresentare un narcisistico ripiegamento autoreferenziale, vuole, al contrario, stabilire un dialogo autentico con l’interlocutore e, scavando nei recessi più profondi della coscienza, porre le domande fondamentali alle quali l’esistenza medesima, nella sua dispersione, non sa rispondere. Le opere create dall’artista medese mai asseriscono, ma sempre interrogano, aprono nuovi orizzonti di senso, invitano ad una rilettura critica di una realtà umana e antropologica resa sempre più sfuggente dal dominio incontrastato della tecnica. Non a caso gli oggetti maggiormente rappresentati e simbolicamente esperiti dallo scultore assumono forma di libro: vecchi volumi accatastati, consunti dal tempo, che, anziché essere colpiti da una modernistica damnatio memoriae, formano una sorta di ponte immaginario, un sentiero iniziatico fra il sé e l’altro da sé. Non senza fondate ragioni, si può quindi asserire che l’arte simbolista, e stilisticamente perfetta, di Germano Casone si ponga, come “causa finale”, la scoperta della parte più riposta e profonda di noi stessi, nonché del mistero sotteso alla problematica complessità della nostra esistenza.” — Piero Ferrari
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