Il gioco dell'arte
mostra personale di Alfonso Marino
Anche il cellulare sembra saperlo, quando una chiamata s’illumina di arancione acceso, un’icona già programmata, certo, ma inconsapevolmente dello stesso colore-calore che il personaggio emana. Chi lo conosce sa già che è vero ma, se immaginiamo di raccontare Alfonso Marino ‘napoletano doc’ a chi non lo conosce, questa è la presentazione che più gli si addice. Esuberante, dialettico, humour frizzante che sprizza in continuazione dal suo modo di essere. Un modo intelligente, profondo, acuto e critico fino a diventare quasi polemico, quando sa di aver ragione. Ma ciò che affascina, diverte e coinvolge è la vitalità instancabile che risalta dai suoi lavori. Una creatività, la sua, che si sprigiona dall’osservazione delle cose più semplici, quasi banali al primo sguardo, ma che a lui, l’artista, provocano la ‘commozione’ del bambino di fronte alla scoperta di un gioco sempre nuovo, l’espressione della spontaneità più sincera. Nascono così intuizioni immediate per opere organizzate di segni essenziali o più liberamente svolte in arabeschi assecondati dalla ritualità del gesto. Oggetti, frammenti rinvenuti da curiose provenienze o “scarti” della nostra quotidianità illuminano l’idea di una fantasiosa ricollocazione per modificarne l’originaria natura. Combinazioni di ritagli colorati, forme geometriche, fili di cotone o di ferro, rotelline o minuscoli coriandoli che diventano pioggia, neve, fumo, granelli di una clessidra, schiudono mondi fantastici capaci, però, di accompagnare gradualmente lo spettatore a ragionamenti profondi…. come le lettere di un originale alfabeto in continua trasformazione, per dare ogni volta una differente scrittura, in grado di comunicare con leggerezza veri e propri messaggi poetici e filosofici. Altalenante tra serio e faceto, nel quale l’ironia si inserisce puntuale, il lavoro di Marino non è solo puro diletto fine a sé stesso, ma palesa quasi sempre una riflessione critica della realtà quotidiana. Dettagli volutamente nascosti nelle sue composizioni debbono, una volta scoperti, mettere in luce la problematica sottostante di un avvenimento, spesso attraverso il suo personale modo canzonatorio, che scova sciarade enigmatiche non sempre facili da decifrare. Messaggi criptati esclusivi, direbbero gli accoliti del suo ‘movimento’, del quale fanno parte non solo i suoi amici, ma chiunque voglia scoprire, in quelle trasfigurazioni, il senso di un retropensiero studiato e analizzato nelle sue molteplici forme. La vita è sì un gioco, anzi, potrebbe esserlo se fossimo come lo sono ancora i bambini che possono vivere lontano dalle miserie di ogni sorta. L’Artista ha il privilegio di poterlo fare sempre e, Alfonso Marino dietro a quel gioco, spesso solo apparente, non perdona nulla. Le sue opere denunciano senza diffamare, avvertono senza pretendere d’insegnare, invitano al divertimento o, semplicemente, a sorridere. Ma coscientemente, perché questo è lo scopo dell’arte. Come ci dice Kant “l’arte è libero gioco dell’immaginazione nata dall’intuizione estetica e dell’intelletto che impone al rispetto delle regole”. Giuliana Bellorini Malosso
sabato 10 luglio 2021
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