francesco pietrella
Quadrati su quadrati, pixel informativi o shocs visivi di cui non possiamo, ora, più farne a meno?
Niente rimane bloccato fermo, anzi si rincorrono le sensazioni d'esperienze vissute, un fotogramma di città, un istante di vita quotidiana, indissolubile particolare appartenente alla realtà come lo stesso riflesso sul terreno bagnato dell'uomo che cammina, naturale come imponderabilmente 'appartenente'.
Il pixel, ente primario, diventa per Pietrella, sostanza coadiuvante, metafora strutturale dellattimo quotidiano;
la cellula virtuale ora ha generato una visione, la terribilità di un'esperienza attuale per cui facilmente caduca, capace però di aprire orizzonti per nuove sequenze d'interpretazione dell'urbano diversificate e tutte profondamente sensibili.
E questa, in effetti, la ricerca costante di chi, come Pietrella, ricerca la forma primordiale, dell'urbano mutare delle cose.
paolo marzano [critico d' arte]
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