STIGMA
Carla Cerbaso & Francesco Iacovetti
STIGMA è come un racconto polifonico, polisemantico, polimorfo; è un organismo multiforme che proviene da un multiverso sapido di materiale onirico individuale e collettivo mescolato alla purezza rigorosa della geometria, alla magia dei simboli archetipici e alla realtà aumentata figlia della tecnologia di ultima generazione. STIGMA nasce dalla creatività di artisti straordinari come Carla Cerbaso e Francesco Iacovetti ed è la sintesi sublime e felice di linguaggi e di personalità, di fogli bianchi riempiti fino allo spasimo di forme e dettagli che pure si innalzano come inni all'eleganza e all'equilibrio. Lo STIGMA è IL SEGNO creativo che, nato già perfetto e definitivo da semplici penne a sfera, prolifererà indelebile nella nostra memoria intersecando la nostra sensibilità e la nostra percezione del mondo. La mostra nasce dalla fusione di alcune esperienze pittoriche e scultoree avvenute nel 2022-2023 come "Cavità", esposta presso l'Aurum, "Dune", presentata presso la Fondazione PescarAbruzzo, e "Ascolta", allestita presso il Museo delle Gentid'Abruzzo. In questi eventi, intorno alle opere protagoniste, hanno ruotato una serie di elementi creativi diversi che hanno tradotto e fatto riecheggiare l'ispirazione degli artisti rinforzandone il messaggio: in primis la realizzazione, ad opera della UED, di un abito la cui stoffa riproduce in stampa l'opera "Cavità"; l'abito, indossato da Carla Cerbaso, ha così aggiunto ai significati del quadro i concetti di movimento e funzionalità. Sempre per la mostra "Cavità", Maria Gabriella Ciaffarini ha composto appositamente dei brani musicali per descrivere con i suoni le varie opere e tradurne i contenuti con un altro linguaggio espressivo. Infine gli interventi di realtà aumentata, ideati e realizzati da Manuel Dominioni per la mostra "Dune", hanno ri-creato le opere distribuendo gli oggetti rappresentati su più dimensioni, inventando nuovi paesaggi e contesti di lettura. Le sculture di "Ascolta " hanno proposto invece un'inconsueta intersezione con la poesia dell'omonima silloge di Carla Cerbaso, plasmatrice di parole così come dell'argilla e della pietra. Molte sono dunque le modalità di comunicazione utilizzate dagli artisti consapevoli che l'Arte è la via migliore per raggiungere la profondità dell'anima di chi crea e di chi rielabora il messaggio. In STIGMA l'osservatore non è mai passivo anzi a lui tocca vivificare le opere attraverso un'attività di ricerca che consegna ai quadri stessi significati sempre nuovi; la comunicazione artistica, infatti, crea legami, nel tempo e nello spazio, tra le persone e apre porte inedite su mondi interiori ricchi di tesori e meraviglie, ma anche di inquietudini e mostri. Ora immaginiamo STIGMA come una particolare pièce teatrale in cui, con ampio gesto generoso, gli artisti si raccontano attraverso un inconsueto codice fatto di sintesi e sinestesie. Il titolo individua senza equivoci l'evento: un qualcosa che lascia il segno grazie alla presenza di archetipi e simboli, parti integranti dell'inconscio individuale e collettivo, i quali popolano un universo onirico in cui persino le forme geometriche non appartengono più alla logica razionale ma contribuiscono alla narrazione dello sperdimento. Ci si perde nell'osservazione degli innumerevoli dettagli presenti nelle opere e ci si riposa con le costruzioni architettoniche che strutturano lo spazio e fermano la narrazione inquieta, ci si abbandona cullati dalle onde e dalle sinusoidi presenti con dovizia nei quadri e si subisce l'ipnosi delle spirali, ma soprattutto ci si sorprende nel constatare che ogni dettaglio è portatore di senso, nessun segno viene tracciato invano. Ogni oggetto rappresentato racconta emozioni o accende ricordi o schiude porte simboliche o proibite ma alla fine l'osservatore, saturo di un così ricco universo metafisico, si accorge che tutto converge in una unità, una singolarità astrale, l'origine vitale del Bello e dell'Humanitas. Avere il coraggio di uscire fuori dai propri limiti consueti è la condizione necessaria per aprirsi alla lettura di STIGMA. Nel perdersi come individuo determinato e circoscritto, l'osservatore si lascia prendere per mano dagli artisti per entrare in una dimensione altra, patrimonio e habitat psichico, in cui Carla Cerbaso e Francesco Iacovetti si muovono con disinvolta ritualità e ci guidano come sciamani. L'arte metafisica è solo uno dei riferimenti culturali rintracciabili in STIGMA infatti non possono sfuggire le allusioni a mitologie di vari ambiti, da quello cristiano a quello greco, dallo sciamanesimo ai miti platonici. Molto forte è il collegamento con la geometria sacra, le proporzioni numeriche di Fibonacci, della sezione aurea e dello spazio non euclideo; la psicanalisi, inoltre, è il connettivo coerente e onnipresente, una sorta di sacco amniotico in cui prendono forma le narrazioni che si susseguono, si innestano e si sovrappongono le une alle altre come accade nei sogni o nel flusso di coscienza. Cospicui e cristallini, ma rielaborati in chiave personalissima, sono i riferimenti più propriamente pittorici: vi sono echi di Escher, del Surrealismo, di Mirò, Dalì, dell'Arte metafisica di De Chirico e persino di quella anamorfica. Per quanto riguarda la scultura, la levigatezza delle forme, sempre essenziali, ricordano l'Art Nouveau, ma anche Rodin e la grande tradizione classica. Acuta è l'analisi psicologica delle movenze fisiche, lo studio tecnico delle possibilità plastiche del materiale utilizzato, l'argilla, il bronzo o la pietra, e la cura attenta per la scelta della finitura coloristica scelta per delineare i modellati che splendono per l'autenticità dell'ispirazione e la naturalezza dell'eleganza. Anche le sculture vivono di una dimensione archetipica, parlano di Anima e di Animus, di principio femminile e maschile, che dialogano e si intrecciano in un'intensa ricerca di comunicazione, vibrano del senso tragico del tempo e della vita in cui l'amore diventa la condizione esistenziale vagheggiata o sofferta, l'ancora di salvezza agognata da due naufraghi e al tempo stesso la tempesta che li tormenta. Si percepisce il paradosso di chi raggiunge la consapevolezza di se stesso in un supremo, quasi disperato, atto di abnegazione, un abbandonarsi al fluire dei corpi, delle sensazioni e dei sentimenti, un accettare lo scioglimento della propria individualità per elevarsi ad una unità superiore il cui significato è al tempo stesso cosmico, estetico, etico ed esistenziale. E in questo le sculture partecipano con coerenza al messaggio esistenziale complessivo declinato dalla mostra. STIGMA ha il mistero dell'Eros e la forza fascinatrice delle rune, si offre all'osservatore con simboli di una sacralità antica squisitamente umana che, come il Mito, parla a tutti, sempre e dovunque. STIGMA è il segno creativo che continuerà a risuonare nel profondo della nostra memoria. MARIA GABRIELLA CIAFFARINI
lunedì 18 settembre 2023
PALAZZO D'AVALOS - VASTO - CHIETI - Italy
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