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SOGNI- IL PONTE E ALTRI RACCONTI
NOTE SU:
SOGNI - IL PONTE E ALTRI RACCONTI
F. S. Mosca
… ogni tentativo di definire il significato d’un simbolo
(…) non fa che impoverirne la ricchezza di suggestioni.
Italo Calvino, Introduzione ai Racconti Fantastici dell’Ottocento.
I. Sogni e Inconsci.
Una delle chiavi di letture di Sogni il ponte e altri racconti è il concetto di fantastico in relazione all’inconscio, dominio esplorato da molte discipline - dalla psicoanalisi alla semiotica, le quali hanno il merito di aver sfrondato lo specifico genere letterario da asserzioni metafisiche, irrazionali e illogiche, utilizzando gli strumenti linguistici per circoscrivere in modo più aderente al modello adoperato dalle scienze, ambiti tradizionalmente pervasi da facili, ingenui e scontati irrazionalismi romantici. Si apprende fin da subito l’ispirazione dei giganti del fantastico quali Jorge Luis Borges, Adolfo Bioy Casares, Ernst Theodor Hoffmann, così come i titani del realismo romantico Gustave Flaubert, Honeré de Balzac e Victor Hugo, solo per citarne alcuni e il cui elenco potrebbe essere talmente lungo da includere artisti-scrittori quali Vincet Van Gogh, Avigdor Arikha, Odilon Redon e molti altri appartenenti a filosofi e poeti, tra cui svetta André Breton e il Surrealismo, scoperti nell’adolescenza e che ancora oggi costituiscono i pilastri sui quali erigere sogni, sia per mezzo della pittura che attraverso gli scritti o i film. L’unione di vari generi e ambiti differenti nella stessa opera-persona, permette un eclettismo distintivo espresso in Paesaggi dell’IØ, dell’Es, non del Super Io (inedito), poiché autoformato con anni di apprendimenti in estrema solitudine intellettuale sulla narrativa, sul disegno, sulla pittura, sulla filosofia e sulla poesia. Echi amplificati de La morta innamorata di T. Gautier, L’invenzione di Morel di A. B. Casares, Sogno infinito di Pao Jü pervadono le rarefatte atmosfere dei racconti, e raggiungono segreti luoghi della mente che si fondono con le descrizioni degli ambienti fisici. Impalpabili sensazioni di déjà-vu avvolgono la lettura del lungo racconto La Stella di Cristallo, in cui si riesce a utilizzare gli stili del racconto ottocentesco in chiave contemporanea. Ma è nel romanzo Sulle acque oscure dei Navigli che si coniuga realtà e immaginazione, felice connubio d’invenzione fantastica e dati storici dispiegati lungo episodi narrativi ricchi di elementi che trascendono la comunicazione di esatte informazioni con la più alta poesia descrittiva, ove i sentimenti dei personaggi, su cui campeggia il commissario Zena - alter ego di Giuseppe Rossani -, sviluppano vicende di realtà-trame che si dispiegano lungo tele labirintiche. Sogni Il Ponte e altri racconti riunisce racconti brevissimi, medi, lunghi e interi romanzi, e ciò lo rende prezioso; atipico nel panorama delle sterminate pubblicazione ai tempi di Internet. l’Autore è cosciente dell’impossibilità di continuare a scrivere di narrativa, così come Rainer M. Rilke non riusciva più a credere nella poesia, convinzione che gli farà scrivere lo straordinario I quaderni di Malte Laurids Brigge (1910), poiché si riesce a produrre, nell’arco di una vita, un solo libro degno di essere ricordato, così è stato per Omero, Dante, Manzoni, Joyce, Nabokov, Isidore Ducasse conte di Lautréamont, G. Tommasi di Lampedusa, B. Pasternak e pochi ancora. È vero che hanno scritto altro, ma è sempre di quell’Uno che si ricorda, tutto il resto è la ripetizione in altre forme di quell’ispirazione originale e, oggi, serve per far arricchire i proprietari dell’industria culturale. Tutti i nuovi film si basano sulle antiche strutture narrative studiate scientificamente da Vladimir Ja. Propp in Morfologia della fiaba e Le radici storiche dei racconti di magia: eroe-antagonista-problema-soluzione-premio-ragazza-fine felice e sono per lo più basati su romanzi, riduzioni o trasfigurazioni di racconti già famosi, ove la crescita culturale risulta minima o nulla e le storie servono per legittimare il Sistema sociale e convincere che non vi sono alternative, se non il ritorno alla barbarie e alla morte. I visionari racconti di questa antologia non rispettano le regole classiche e quando le propone nei romanzi, lo fa attraverso il prisma del sogno, il quale mostra contemporaneamente più interpretazioni fuse in altre, senza nessun centro e si diramano in mille altre prospettive sotterranee, i cui lembi accolgono le opere di Kafka, un autore che si trova dentro ogni pagina, e quando sembra d’averlo intravisto, la sua ombra non è mai stata lì, pur avendo avvertito la sua immagine svanire in oscuri sotterranei, avvolti, per un attimo - un solo istante, da una luce inquietante fondersi con le tenebre. Ed è lui stesso a scriverlo nella postfazione: … si potrà continuare a sognare fino a quando queste tenebre, divenute il sole di una magnifica giornata, saranno cenere da spargere sulle onde, mentre nuovi sogni continueranno a vivere ancora a lungo con molti Altri nomi del Sé Medesimo, evidenziando una struttura trans-personale.
II. Filosofie ed Orrori.
La notte del 24 settembre 19.. sentii bussare alla porta della mia camera da letto.
Immaginando che fosse St John gli dissi di entrare, ma per tutta risposta
arrivò una risata isterica. In corridoio non c’era nessuno.
Howard Phillips Lovecraft, Il segugio.
Inversioni semantiche e imprevedibili lezioni oblique sul metalinguaggio fluiscono contemporaneamente a fulminei enunciati decostruttivanti nello stesso tempo che si costruiscono frammenti di sogni incunearsi tra archetipi trans-temporali come in Fenomenologia, ove è il dio a tentare di provare la sua esistenza, in un mondo che progressivamente scompare risucchiato entro occhi onnivori, simbolo di oscuri poteri onnipresenti e dominanti su tutto, i quali trasformano i sogni dell’auto-pubblicità che promette, in autentici incubi, pieni di mortali conseguenze. Il suesposto racconto, con pochi cenni, ricorda i racconti del terrore di E. A. Poe, guizza lontano tra le pieghe del fatto husserliano, sfiora Merleau-Ponty appena il tempo di fissare un incontro con Il Visibile e L’Invisibile, e si lascia dietro tutti gli orrori di H. P. Lovecraft, che sono sempre ben poca cosa di fronte alla prima e alla seconda guerra mondiale. La sensazione che il Surrealismo diffonda sia pur il racconto più breve, pervade a lungo la lettura di pagine dalla quale sembra emergere il fondo della notte più nera, quella che nemmeno Turner è riuscito a dipingere, pur avendo un pittore (forse Malevic o Kandinsky o nessuno dei due e l’abbia soltanto sognato) calcolato che abbia usato cinquantatre gradazioni diverse per giungere al nero più nero del nero assoluto, quello che ha infuso nel dipinto Esequie in alto mare (1812, Tate Gallerery, Londra), tentando di riprodurre il nero più infernale che si possa immaginare, lo zero assoluto del colore, la sua più impenetrabile assenza, fino a giungere all’origine di una impossibile nascita dell’idea di qualsivoglia lessico riferibile ai colori: l’assoluta cecità! (Borges). Un estremo tentativo per giungere alla genesi della storia, sia dell’umanità che dell’universo, così da accogliere tutti gli Io smarriti nel mondo in un solo IØ in perenne armonia con il cosmo. Utopie! si dirà; ma si provi a farne senza e si ritornerà a quel Nero che Turner ha voluto seppellire nella luce più fulgida. Vi è una fortissima sintonia tra l’opera di J. M. W. Turner e Sogni il Ponte e altri racconti, infatti, in Paesaggi dell’Io, dell’Es, non del Super Io(inedito), Francesco S. Mosca delinea il motivo conduttore dell’intero saggio dedicato ai paesaggi, di cui il pittore londinese fu uno dei massimi poeti, che si è espresso con il linguaggio pittorico, così, come di arte, sono intrise le pagine di questa antologia. Arte che include il linguaggio dei fumetti, da alcuni anni non più considerato ‘arte minore’, bensì di pari livello alla pittura, alla narrativa e la cui definizione di graphic novel di adatta meglio al suo status di medium di vocazione popolare, mezzi di comunicazione di massa rivalutati a iniziare da U. Eco con il suo Apocalittici e integrati (1964), da Román Gubern, autore di una poderosa Storia del Cinema (1969) , de Il linguaggio dei comics (1972) e di Immagine e messaggi nella cultura di massa (1974); e ancora Gino Frezza L’immagine innocente (1978); Pierre Fresnault-Deruelle Il linguaggio dei fumetti (1977); Gaetano Strazzulla Fumetti di ieri e di oggi (1977); Piero Zanotto Il Giallo a fumetti (1976) cui si sono aggiunti moltissimi altri studiosi in tempi più recenti, aumentando considerevolmente la bibliografia di questo meraviglioso strumento di comunicazione.
III. Ponti per Sognare.
Etica ed estetica non sono tutt’uno.
L. Wittgenstein, Tractatus logico-philosophus.
Gli strumenti di analisi semiotiche sempre più perfezionati, quali le neuro scienze, la psicanalisi, in particolare quella di Ignacio Matte Blanco, le grammatiche generative di senso, le stesse investigazioni di artisti quali René Magritte, Paul Klee, Vassily Kandinsky, la letteratura fantastica (benché vi sia la tendenza a considerarla tutta fantastica) sono sistemi-ponti per sognare da svegli, e continuare la dimensione onirica tra le pieghe della realtà, la quale attraverso questo stupefacente processo, riceve più significato, valore e interesse; meccanismo senza il quale l’oggettività reale risulterebbe scialba, oscura e insignificante. L’enorme complesso delle filosofie della mente e le scienze cognitive, emozioni comprese, sono tutti ponti indispensabili per il Grande Sogno e contemporaneamente conoscere la Realtà. È lungo questo corso che s’inserisce Sogni il Ponte e altri racconti un libro di racconti che è nello stesso tempo un saggio sulla letteratura e il fantastico, perché, utilizzando il metalinguaggio implicito alla semantica interna alla costruzione del periodo, mette a nudo le stesse strutture della narrativa e ottiene, grazie alla continua tensione verso la letteratura, un effetto di produzione eclettica quanto originale: l’ampliamento di conoscenza. Essa così si trasfigura e trascende la mera contemplazione delle visioni estremamente nitide, lontane dalle nebulose superficiali della contemporaneità, dozzinalmente protesa a far nascere vacuità, contro cui si può soltanto opporre la cultura dei più alti valori dell’umanità, primo tra tutti: il rispetto dell’esistenza e delle idee degli Altri su solide basi etiche: giungere all’intima essenza della vita e nella coscienza della letteratura più profonda: ragione di vita più elevata.
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