SOGNI
IL PONTE E ALTRI RACCONTI
… Sogni, quindi, ora divenuti metalinguaggi ipersemiotici, la cui scienza biotecnologica riduce gli scarti tra il pubblico e il ‘vissuto culturale’, quali inter(n)amente dedicato ai generi letterari, ove sociologia, storia, filosofia sono in perenne stato di liquidità metamorfizzata nell’evolutivo costante, e diventano azione, ricerca e analisi strumentali alla risoluzione di rebus (poiché i film ‘thriller’, d’’azione’ e le commedie comico-sentimentali hanno conquistato i mercati), i cui molteplici Io si riflettono, frangendosi nei labirintici specchi magici dei tunnel dell’orrore, come in Sulle acque scure dei Navigli, metafora di una sorta di ritorno al futuro, visto che s’immagina nel 1997, l’EXPO che si terrà nel 2015, in una Milano e in un’Italia in piena crisi politica, economica e sociale e al limite del caos e della follia, in particolare di cronaca nera, affollata di episodi agghiaccianti: quel che si dice, quando la realtà supera la fantasia. (…). Questi racconti, scritti a distanza di moltissimi anni, si sono incontrati e inseriti al loro giusto posto senza la mia volontà, assumendo il senso di un piccolo ‘miracolo’. Non di racconti gialli, di horror e di mistero, benché gli stessi generi siano trattati in forme estetiche e filosofiche, come tessuti narrativi entro cui dipingere con parole, l’astrattezza delle visioni, emerse dalle opere e dai sogni che compongo, per espandere Altre emozioni con i concetti della filosofia, sulla cui tela dispongo punti, linee e superfici. Costruisco - in breve, e quasi inconsciamente, tutto il mio mondo, per continuare a sognare ancora, fino a quando la durezza della vita sarà talmente pesante spessa e granitica da non permettere più di ricordare i sogni dell’adolescenza, poiché saranno cenere da spargere sulle onde, in una magnifica giornata di sole, mentre i sogni continueranno a vivere ancora a lungo con molti Altri nomi del Sé Medesimo.
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