Athanor
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personale di Daniela Lorenzi e Cristian Boffelli
22 maggio - 19 giugno 2016
A cura di Cristina Moregola
Inaugurazione
21 maggio 2016 ore 18.00
Orari
Da giovedì a domenica 16.00 - 19.00
Sede espositiva
Fondazione Bandera per l’ Arte
Via Andrea Costa 29 - Busto Arsizio (Va)
Inaugura sabato 21 maggio alle ore 18.00 la seconda tappa di Smelting Works, progetto ideato da Cristina Moregola per la Fondazione Bandera con l’intento di creare processi culturali capaci di attivare occasioni di dialogo fra i linguaggi dell’arte contemporanea mettendo a confronto artisti emergenti delle ultime generazioni presenti sullo scenario artistico nazionale e internazionale e fra questi e il pubblico.
Nell’ottica di rendere sempre più evidente la circolarità dei processi artistici e culturali, per la seconda mostra del progetto Smelting works, sono stati chiamati a presentare le loro opere Daniela Lorenzi e Cristian Boffelli. I due artisti, il cui lavoro si svolge principalmente tra Italia, Brasile e Giappone, hanno saputo creare nel corso di anni non solo una stretta collaborazione l’uno con l’altro ma, soprattutto, una serie di situazioni artistiche generate di volta in volta dai luoghi e dalle persone e dai conseguenti nuovi progetti nati dalle situazioni vissute e in continuo divenire.
Il titolo Athanor, termine di derivazione greca utilizzato in alchimia per designare il forno in cui avviene la combustione che purifica i metalli ma, in realtà metafora dello spirito umano dove avvengono le trasformazioni, è un riferimento ai luoghi nei quali, attraverso modalità di lavoro sovrapposto, accadono di volta in volta nuove sperimentazioni, contaminazioni, mutazioni di pensieri e linguaggi artistici.
Daniela Lorenzi si dedica da vent’anni alla realizzazione di progetti di ricerca nel campo della stampa originale d’arte con la produzione di edizioni a tiratura limitata, libri d’artista e progetti dove le tecniche tradizionali sono affiancate alle nuove tecnologie digitali. All’interno di tale percorso professionale nascono le molteplici collaborazioni con artisti con i quali, di volta in volta, viene avviato un percorso di ricerca che non si interrompe con la realizzazione del lavoro ma continua nel tempo sotto forma di citazione, memoria, rielaborazione.
Le opere presentate in mostra da Daniela Lorenzi emanano direttamente dal suo percorso professionale. O, per meglio dire, sono il suo lavoro e il lavoro di artisti contemporanei e insieme sono le relazioni che si sono venute a creare tra i loro reciproci vissuti e con le opere realizzate nell’Atelier ma anche al di fuori di esso.
Atelier inteso come luogo di accadimento della ricerca artistica e dei meccanismi processuali legati alle tecniche; come luogo di riflessione, di confronto, di relazione e come esperienza trasferibile, trasportabile in altri luoghi. Un luogo come contenitore dove tutto ciò che avviene trasforma, muta e si rinnova, anche il luogo stesso.
Dalla riflessione sul luogo, sulla sua centralità e sui processi di trasformazione da esso indotti e dai quali è a sua volta trasformato, proviene il progetto delle casse Ax caixas intese come luoghi in transito ma anche come luoghi di transito. Contenitori di luoghi quindi ma anche di esperienze, di oggetti e di relazioni che scorrono ma che trovano anche la possibilità di essere archiviate e poi riprese e rielaborate.
La cassa presente in mostra, denominata Cassa della luna contiene così diversi oggetti/progetti/processi che diventano attivatori di nuove possibili situazioni e relazioni.
Accanto a questo progetto la serie Omenhagem, un lavoro di natura fotografica pensato come documentazione di associazioni visive nate dal confronto con il lavoro di artisti contemporanei e Citazioni un lavoro ludico risultante dal confronto con opere di artisti donate all’autore e che lavora contemporaneamente sul piano estetico e su quello della rielaborazione e ri - contestualizzazione personale.
Ad affiancare questi lavori nella mostra Athanor, le opere di Cristian Boffelli, artista le cui ricerche si sono spesso incrociate e sovrapposte con quelle di Daniela Lorenzi. Molti i lavori che i due artisti hanno realizzato insieme dando vita a una narrazione circolare attraverso oggetti, immagini, situazioni e contaminazioni continuamente mutevoli e, tra questi, le incisioni delle Figure esposte in mostra. Nelle xilografie e incisioni a punta secca prevale una figurazione non sempre esattamente riconducibile a una forma nota. Uomini e animali, alterati nelle loro proporzioni e nella loro riconoscibilità, sembrano appartenere a un’era primordiale e si manifestano come rappresentazione di un reale, così come di un mondo interiore, sconosciuti e ancora da esplorare. Le figure di Boffelli, la cui presenza è assicurata da un tratto forte e deciso, sembrano essere abitanti di zone di confine fra reale e irreale, fra noto e ignoto. Luoghi da percorrere, da esplorare dilatandone le possibilità conoscitive.
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