Tempo e mutazione
opere di Francesca Marcolongo a cura di Fabrizio Gilardi
Francesca Marcolongo – “Tempo e mutazione”
“da Luca e Andrea”
alzaia Naviglio Grande 34, Milano
Utilizzando elementi che vanno da Klimt all’arte bizantina, Francesca Marcolongo ci dice qualcosa di più sulla contemporaneità, sulla relativizzazione ben rappresentata dal trasformarsi delle cose e delle persone ma anche sulla bellezza della volitività umana che, pur in presenza di tristezze e meschinità grandi e piccole, ha attraversato i tempi e le culture
Ingresso libero
Orari : tutti i giorni dalle 7 antimeridiane alle 2, anch’esse antimeridiane. Chiuso il lunedì mattina.
Vernissage : venerdì 2 marzo 2012, dalle 18.30 fino a tarda sera
Durata mostra : da venerdì 2 marzo a giovedì 5 aprile 2012
Autore : Francesca Marcolongo
Curatore : Fabrizio Gilardi di Action Art
Note : organizzazione e ufficio stampa a cura di Action Art e Alessandro Rizzo www.segretidipulcinella.it
Genere : Arte contemporanea, tecniche miste, mostra personale
Email : fabgilgoin@tiscali.it
Web : www.actionart.jimdo.com
Tempo e mutazione
La linfa che il lavoro artistico di Francesca Marcolongo trae da Gustav Klimt e dal movimento della Secessione viennese è evidente nelle sue opere e del resto l’artista dichiara apertamente il suo amore per quel periodo che già la colse prima ancora di frequentare il liceo artistico. Pure, osservando i suoi lavori ci vengono in mente anche le opere letterarie di Borges e quelle cinematografiche di Bunuel.
Nelle opere della Marcolongo, equilibri formali, impatto visivo, in una parola quegli elementi che potremmo riassumere con la parola bellezza, vanno ottimamente a braccetto con elementi storici, architettonici e filosofici, il tutto espresso con una considerevole dose di contemporaneità nel linguaggio.
Ci troviamo di fronte a mondi che hanno una chiara parentela con ciò che vediamo nella nostra vita o che puo’ esserci capitato o potrà in futuro capitarci di vedere, ma non si tratta certo di gemelli e neppure di fratelli, possiamo piuttosto pensare a dei cugini e magari non di primo grado. I riferimenti storici e culturali nei soggetti sono chiari, dai Mandala coniati sull’omonima forma d’arte filosofico-devozionale propria della cultura buddista tibetana, ai richiami bizantini e la Marcolongo li utilizza per dare spazio ai ricordi di periodi trascorsi in città dal fascino esotico quali Granada e Istanbul e alle proprie predilezioni estetiche, quali quella rappresentata dal mondo del divismo femminile nel cinema dagli anni ’30 agli anni ’60 del Novecento e dalla quale nasce lo pseudonimo “Fabbrica delle stelle” che talvolta Francesca utilizza. Tutto ciò fa si che vi siano diversi piani di lettura dell’arte di quest’autrice, nei quali possiamo però riscontrare il filo conduttore della mutazione. Potremo così spaziare da un piano di lettura relativo alla ciclicità delle cose, tipico della cultura buddista, a uno sulle possibili letture applicabili ai trasformismi della moda e dell’arte del trucco che Francesca ha frequentato professionalmente, per arrivare a quello della cura del particolare, specifica di alcuni generi architettonici, altro campo professionale della Marcolongo
Servendosi dei suddetti elementi l’opera di Francesca Marcolongo va oltre dicendoci qualcosa di più sulla contemporaneità, sulla relativizzazione ben rappresentata dal trasformarsi delle cose e delle persone ma anche sulla bellezza della volitività umana che, pur in presenza di tristezze e meschinità grandi e piccole, ha attraversato i tempi e le culture.
(testo di Fabrizio Gilardi)
Francesca Marcolongo è nata a Milano nel 1973. Ha studiato, come lei stessa ama dire, negli ambienti dei licei artistici occupati nella Milano degli anni ’90. Si è poi laureata in architettura al Politecnico di Milano, frequentando però anche corsi presso l’Accademia di belle arti di Brera e,
per un anno, l’Accademia di belle arti di Granada. Negli anni successivi alla laurea ha frequentato un workshop di specializzazione a Istanbul e ha viaggiato molto prevalentemente in paesi mediterranei vistando molti luoghi ricchi di opere con interesse architettonico. Utilizza spesso per i suoi progetti artistici lo pseudonimo “Fabbrica delle stelle” scelto all’età di 13 anni durante
un’esercitazione di educazione artistica alle scuole medie. Ha esposto al B Art di Milano, alla galleria di Luca Manganello a Muggiò, al Just Cavalli e a Le Banque a Milano.
L’organizzazione della mostra è di ‘Action art’ e di Alessandro Rizzo.
Action Art è una realtà sorta nel settembre 2009, che si propone l’obiettivo di sostenere giovani artisti emergenti, alla ricerca di visibilità sul mercato, ma privi della rappresentanza di una galleria o di un curatore. L’iniziativa nasce da una serie di appassionati del settore ed è guidata da Fabrizio Gilardi, operatore culturale e artista egli stesso.
Alessandro Rizzo collabora a diversi periodici cartacei e telematici quali Tam Tam, L’attualità, cinemaindipendente.it, culturagay.it, I segreti di pulcinella; è direttore responsabile della rivista ondine Le voci dell’agorà.
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