RECENSIONE CRITICA Fabrizio De Santis (opere in Mostra sino al 23 alla
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RECENSIONE CRITICA
Fabrizio De Santis
(opere in Mostra sino al 23 alla "casa dell'Aviatore" Roma Mostra "Verso Lo Zenith" 4° capitolo: Carnet di Volo nell'anima artistica
Nasce a Roma nel 1963 e vive a Bracciano, cittadina ridente sul lago in provincia di Roma. Incline all’arte e alla pittura già dall’infanzia, ha la fortuna di aver tra i suoi insegnanti alle medie una ex-allieva del M° De Chirico che contribuisce alla sua formazione artistica, e verso la sperimentazione di variegate tecniche della pittura e alle prime esperienze espositive.
Nella sua ricerca artistica oltre alla pittura e pastelli ad olio, acquarello, china, grafiti, carboncini usati puri o in un mix di tecniche, vi è l’utilizzo di materiali e supporti diversi.
Nel tempo lo stile dell’artista ha subito delle evoluzioni, con la risultante di realizzare personali tecniche, elaborate attraverso lo sfumato del pastello a olio, usando le stesse dita per creare effetti incisivi o trasparenti.
Al di là della tecnica ciò che rende carica di emozioni la sua arte sono le rappresentazioni più intimistiche di soggetti enfatizzati nella loro espressione oltre che ai graphismi caratteristici e riconoscibili del suo tratto e dall'uso di “laccature” peculiari e uniche nel panorama pittorico nazionale.
Spesso ergono volti velati dalle trasparenze, come da un vetro di una finestra figure che esprimono gioie e dolori di personaggi celebri dell’universo musicale, soprattutto quello di “nicchia” jazz o del "Soul", appunto...anima.
L’arte di Fabrizio De Santis coinvolge per la incisività delle gamme e nella forza cromatica, che svela in un temperamento passionale riconosciuto nel sinestetismo ritmico musicale della musica jazz. Motivi che appaiono tra colori e note scambiandosi reciproche profondità di stati d’animo e che nel B/N incarnano l’iperrealismo fotografico inteso come radiografia dell’anima.
Così avviene nell’immagine di Lucio Battisti, nella sua espressione di “Pensieri e Parole” che nell’intensità dello sguardo conferito dall’artista De Santis sembra puntare verso lo spettatore per donarci non solo i significati esoterici e infiniti delle parole dei suoi brani, ma anche i pensieri e le riflessioni, tutto racchiuso in un puntinato che vela il ricordo dell’artista e che rimanda anche ai numerosi titoli delle sue mostre: “Emozioni”, “Visioni”, “Colori e Note” quasi tutte personali in Gallerie di prestigio.
Così proseguono altre immagini di celebrità : ”Ella”, “Ray” e altri grandi della storia della musica tutti occupano in spazi sensoriali e ricchi di profondità, alcuni avvolti dalle onde della loro stessa musica, da caleidoscopiche tensioni policromatiche del suono che circumnavigano attorno alla figura e altre suggestive “monocromatiche” come nel ritratto di Lucio Battisti .
I linguaggi Kandiskiani, lì dove più colori divengono artefici di suoni e ci portano in ascesa, lontano, dove la musica può trasportare dall’invisibile suono al visibile colore.
L’energia creatrice trasmessa, rende l’anima ricettiva dal pensiero all’azione per giungere a emettere note che echeggiano dalle superfici su cui De Santis crea sino a raggiungere intensità di colori emozionali. Il planare interno della musica riesce attraverso la sua rappresentazione dell’anima dell’artista, nell’azione di cantare o suonare, e ha la capacità di essere riconoscibili dai cultori più attenti della musica che riescono a farci rivivere secondo il suo sentimento il mnemonico brano sino a giungere a toccare le corde più profonde che chi “vive” e “sente” la musica può riconoscere. "pensieri e parole" attraverso atmosfere graffianti e al contempo morbide come le sfumature di griglie del pastello, o gli arcobaleni sonori, o puntinati compositi del figurativo, che incastonano l’energia e l’atmosfera dei personaggi più autorevoli del Jazz.
Suggestioni che rimandano attraverso un’icona a atmosferiche notturne dei locali di New Orleans, attraverso il tratto e nell’ l’enfasi dei musicisti ritratti nel modulare uno strumento a fiato, toccando il cielo con un suono, dandoci uno spaccato di vita da musicista tra fumi, location dai riflettori e crepuscolari luci sui loro visi, contrasti tra gelatine dei palchi e ombre, che poi coincidono e si sovrappongono con lo spartito musicale e con gli umori del Jazz. In un planetarium di diversi umori, si svolge invece la scenografia pittorica e surreale dell’opera: “ L’insostenibile leggerezza dell’essere”, un omaggio non solo a Kundera, ma ai significati legati a Mater Terra e al suo senso protettivo , una mater ancestrale spesso visitata in altre opere e in mostre alla donna dedicate, da Fabrizio De Santis insieme alla musica e all’arte ha anche la passione della fotografia e della poesia con la pubblicazione di riflessioni profonde e introspettive : “IN(versi).
Palermo 20/08/2017
Dott.ssa Francesca Mezzatesta (storico e critico dell’arte e spettacolo)
Francesca Mezzatesta [storico e critico dell’arte e spettacolo]
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