La pittura di Egle Piaser si configura quale diario personale ironico e meditativo, di tono vagamente malinconico, in foggia floreale: in esso la pittrice si rivela e si cela, nascondendo l'essenza del femminile dietro il dispiegarsi di turgide corolle e il continuativo e vivace accorparsi dei petali e delle foglie, l'allinearsi degli steli, oltre i quali lo sguardo deve imparare a leggere. Ognuna di queste composizioni appare regolare e cadenzata, conservando quasi un ritmo ordinato di danza e porta non a caso un nome di donna, omaggio e al contempo dichiarazione, che si esprime in tonalità neutre e delicate, o anche accese e timbriche, come ad alzare il tono laddove occorra.“Amata1” e “Amata2” rivelano, come spesso accade, tracce grafiche sovrascritte, che similmente al sottile dripping spesso presente, distolgono l'occhio e introducono la dimensione del tempo, della continuità e nell'invasione pervasiva dello spazio l'artista riflette sul vissuto e tesse la propria storia. Maria Palladino