L'immagine e il suo doppio
L’IMMAGINE E IL SUO DOPPIO
A cura di Domenico De Chirico
Eduardo Secci Contemporary è lieta di presentare la mostra “L’immagine e il suo doppio” curata da Domenico De Chirico con opere di Sara Barker, Andrea Galvani, Sanam Khatibi, David Noonan, Margo Wolowiec.
La questione del doppio ha da sempre suscitato grande interesse in campo filosofico in generale e più specificatamente in quello degli studi estetici. La ricerca di un qualcosa che si cela dietro l’immagine è stata smantellata ancor prima dell’avvento della fenomenologia con la quale si è introdotto un nuovo senso del doppio o meglio ancora un nuovo sentire. Questa modalità del sentire non era affatto un sentire nuovo bensì il sentire primordiale, forse il più antico, il più vergine, il più ingenuo e il più armonico, ovvero quello della Grecia antica. Ci sono due modi di intendere il doppio nella sua accezione più strettamente dialettica: uno, quello suggerito da Jean-Pierre Vernant nel suo libro “L’immagine e il suo doppio”, intriso di sacralità in cui l’éidõlon (in italiano “idolo” col valore anche di “simulacro”, “figura”) rede presente qualcosa che è assente o irraggiungibile, in cui lo svelamento dell’immagine è continuamente un dono; nell’altro, invece, il doppio è ciò che più propriamente fa di un’immagine l’immagine o ciò che fa del teatro il teatro, per dirla con Antonin Artaud. Forse il senso più proprio del doppio è nel cerchio che ruota e mescola questi due significati, in cui la loro dialettica diventa una cosa sola, in cui il doppio diventa la manifestazione stessa dell’immagine che quando riesce a colmare in termini percettivi il vuoto che la circonda raggiunge il suo doppio, trova se stessa elevata alla potenza, se stessa ribadita. Questo cerchio sembra attraversare tutte le opere presenti in mostra, le quali, ognuna portatrice di una lotta interna tra binomi di diversa natura, cercano ardentemente di presentare all’occhio le complesse stratificazioni da cui sono generate.
Fortemente legate al mondo della letteratura, del linguaggio, delle xilografie medievali, delle illustrazioni e di un certo tipo di pittura e sfocando le linee di confine tra pittura, disegno e scultura, le opere di Sara Barker si collocano in uno stadio specifico di percezione dell’immagine pensata nella sua variegata dimensionalità. Nel suo lavoro, in bilico tra luce e oscurità, riflessione e fluidità, c’è una particolare attenzione alla linea, alla trama e al colore. Connotato da immagini frammentarie ed elaborate stratificazioni, il lavoro della Barker appare come codificato e crittografato senza una narrativa definita o una lettura diretta; lo spazio, soggetto alla trasformazione e all’inevitabile processo di rigenerazione, è presente e assente al tempo stesso poiché rivela continuamente prospettive e dimensioni nascoste.
Connotata da una granitica e riconoscibile identità creativa, mediante un approccio interdisciplinare e profondamente aperto e ricettivo che si basa spesso sulla metodologia scientifica e razionale, la pratica artistica di Andrea Galvani, con il suo tentativo di varcare un limite imposto dalla necessità di voler cancellare per poter ricostruire, ci offre una lettura dell’immagine aprendo degli spiragli in un paesaggio spesso occultato in cui i soggetti risultano trasfigurati e in cui i limiti della percezione sensoriale trovano la loro estensione, tra visibilità e invisibilità, fragilità e vigore. Galvani sviluppa un epicentro concettuale che produce mondi di una natura fatta di linguaggi dai quali è essa stessa generata.
Le opere di Sanam Khatibi, tra dipinti, ricami, arazzi e sculture, riguardano l’animalità e i nostri impulsi primari. Il nucleo della sua pratica interroga la nostra relazione con le strutture di potere, in particolare la dualità del trionfo e del fallimento. I temi ricorrenti che spesso compaiono nel suo lavoro mettono in discussione la nostra relazione con l’eccesso, la perdita di controllo, la bestialità, la dinamica maschile-femminile, il dominio e la sottomissione. Khatibi è anche interessata alla linea sottile che esiste tra paura e desiderio e alla loro stretta correlazione. I suoi soggetti vivono dei loro impulsi in paesaggi esotici e affascinanti e l loro ambiguità è sottolineata dal viscerale intreccio con i temi del potere, della violenza e della sensualità.
David Noonan trasforma le immagini in bianco e nero o seppia in maestosi collage e tableaux serigrafati su tela o film. Noonan raccoglie fotografie, documenti d’archivio, riviste e libri relativi a collettivi utopici negli anni ’60 e ’70, spettacoli teatrali e di danza stratificando il risultato ottenuto da questa selezione con altre immagini di piante, animali ed edifici. Le storie si fondono mentre il senso del tempo e del luogo viene progressivamente sfocato o decontestualizzato. Inoltre, la sua ricerca è una riflessione esperienziale sul teatro sulla gestualità, sul tempo e sulla tensione tra figurazione e astrazione. Noonan ricicla il passato per crearne una visione alternativa nel presente.
Margo Wolowiec esplora, tra paradossi e ossimori, i mondi creati dalla digitalizzazione, dai social media e da ogni angolo del cyberspazio ravvivando contemporaneamente un’antica forma generata da una lunga danza manuale. L’artista infatti, raccoglie jpeg e tif attraverso hashtag specifici e tag geografici e trasferisce la composizione ottenuta attraverso un processo di sublimazione dei colori su fili di polimero, per poi tessere il filato su un telaio a mano al fine di creare un arazzo a cui talvolta aggiunge un segno gestuale. Le immagini acquistano una connotazione che va al di là del reale o dell’ideale, il personale diventa anonimo, il privato condiviso. Il risultato finale è frutto di una saggia armonia tra la velocità e la nevrosi delle immagini e la lenta meticolosità del processo di tessitura a mano. La continua lotta tra bellezza e politica, informazione e conoscenza, parola e immagine sono solo alcune delle tensioni che si intravedono in un lavoro fatto di collisione tra pittura, fotografia, tessuti e scultura.
Sara Barker (Manchester, UK, 1980) vive e lavora a Glasgow, nel Regno Unito. Dal 1999 al 2003 ha studiato pittura presso la BA (Hons) Fine Art della Glasgow School of Art, poi, dal 1998 al 1999, storia dell'arte presso l'Università di Glasgow. Le recenti mostre personali includono The Approach, Londra, Regno Unito (2017), Jupiter Artland, Edimburgo, Regno Unito (2015), la Gallery of Modern Art, Glasgow, Regno Unito (2014), il BALTIC Centre for Contemporary Art, Gateshead, Regno Unito (2013). Le sue opere sono state incluse anche in alcune mostre collettive come Victoria Miro, Londra, Regno Unito (2018), Tate St. Ives, St. Ives, Regno Unito (2018), National Museum of Women in the Arts, Washington (2017), The Approach, Londra, Regno Unito (2017), Shane Campbell Gallery, Chicago, Stati Uniti (2013), Tate Liverpool, Regno Unito (2012) e molte altre.
Andrea Galvani (Verona, Italia, 1973) vive e lavora tra New York e Città del Messico. Galvani ha conseguito un BFA in Scultura presso l'Accademia di Belle Arti di Bologna nel 1999 e il suo MFA in Arti visive presso l'Università di Bilbao nel 2002. Adottando un approccio interdisciplinare che si basa spesso sulla metodologia scientifica, la sua ricerca concettuale influisce sul suo uso della fotografia, del video, del disegno, della scultura, del suono, dell'installazione architettonica e della performance. Nel 2017 il suo lavoro è stato scelto per rappresentare Deutsche Bank Collection a Frieze New York. Una mostra personale di Galvani ha avuto luogo al Mart di Rovereto (2016). Il lavoro di Galvani è stato esposto a livello internazionale, tra cui si ricordano: la Poznan Biennal, (2012), Aperture Foundation, New York (2012), Calder Foundation New York (2012), Moscow Biennal (2011), Central Utah Art Center Ephraim, USA (2011), Mart, Rovereto (2010), Museo Macro (Roma), GAMeC Bergamo (2010), De Brakke Grond Amsterdam (2009), Oslo Plads, Copenaghen (2007) Whitney Museum New York (2006) e Unicredit Pavillion (Bucarest). Nel 2011 ha ricevuto il New York Exposure Prize ed è stato nominato per il Deutsche Börse Photography Prize. I suoi lavori sono presenti in alcune fra le maggiori collezioni d’arte in Europa, Asia, America, Africa.
Sanam Khatibi (Teheran, Iran, 1979) vive e lavora a Bruxelles. Le opere di Khatibi hanno a che fare con l'animalità, ei nostri impulsi primari e il nucleo della sua pratica interroga la nostra relazione con le strutture di potere, in particolare la dualità del trionfo e del fallimento. Le mostre personali recenti includono l'Artlead Salon, Bruxelles, Belgio (2018), The Cabin LA, Los Angeles CA, USA (2017). Il suo lavoro è stato incluso anche in diverse mostre collettive come Wschód Gallery, Varsavia, Polonia (2018), Various Small Fires, Los Angeles, CA, USA (2017), Bruxelles, Belgio (2017), Christine Konig Gallery, Vienna, Austria (2016).
David Noonan (Ballarat, Australia, 1969) vive e lavora a Londra. L'artista trasforma le immagini in bianco e nero o seppia in impressionanti collage e tableaux serigrafati su tela o film. Recenti mostre personali includono il Contemporary Art Museum, St. Louis, Missouri, USA (2011), l'Australian Centre for Contemporary Art, Melbourne (2009) e il Palais de Tokyo, Parigi (2007). Nel 2009, il suo lavoro è stato incluso nella mostra collettiva Altermodern, come parte della Tate Triennial, Tate Britain, Londra (2009). JRP / Ringier ha pubblicato due pubblicazioni, una monografia (2012) e Scene, un libro di artisti nel 2009.
Margo Wolowiec (Dearborn, Michigan, 1985) vive e lavora a Detroit, MI. Ha conseguito un BFA alla School of the Art Institute di Chicago e un MFA al California College of the Arts. È stata inclusa in mostre al Museum of Craft and Design (San Francisco), di Rosa Center (Napa), Jessica Silverman Gallery (San Francisco), Laura Bartlett Gallery (Londra) e Lisa Cooley Gallery (New York). Ha lavorato come relatrice presso l'istituto Helen Frankenthaler di Manhattan per la serie Material Concerns e Current Practices e ha tenuto lezioni al Maryland Institute College of the Arts, alla San Francisco State University e alla Penland School of Arts. È stata visiting critic al California College of the Arts e al Textile Art Center di Brooklyn, NY.
sabato 19 maggio 2018
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