Recensione di Elena Gollini Art Blogger
La storia dell’arte fa sempre riferimento ad un eterno gioco di rimandi e di conoscenze, esperienze date e codici acquisiti, senza i quali il comune sapere non avrebbe lingua comprensibile. Tuttavia, se si volesse cercare il punto preciso e assoluto dove la parola o l’idea nella loro proiezione hanno dato senso e signi cato all’immagine riprodotta da comunicare e condivi- dere con lo spettatore, non si riuscirebbe mai a individuare con certezza inconfutabile. Sulla scia di questo pensiero non convenzionale si sviluppa l’espressione creativa di Daniela Rum, a nché ci si possa calare in modo incondizionato e libero nel mondo visionario delle sue fervide e appassio- nate fantasie pittoriche. Per Daniela fare arte signi ca permettere al fruitore di godere appieno delle suggestioni emozionali e visive scaturite dalle raf- gurazioni. Il suo sapere e la sua formazione tecnica diventano strumenti funzionali ed e caci anche per veicolare messaggi d’impronta culturale ad alto livello, di cui si rende portavoce. I greci dicevano che la meraviglia è all’inizio della conoscenza e quando smettiamo di meravigliarci inizia il pericolo di smettere di comprendere. Daniela accoglie questa ri essione e la fa sua e ci rivela tramite il suo lavoro un incessante ed inesausto desiderio di conoscenza, una capacità inesauribile di ricomporre gli in niti moduli di un sapere antico trasportandoli nel presente, rivisitandoli secondo cri- teri elaborativi attuali e personali e reinventadoli secondo il proprio estro e la propria soggettiva propensione, per lasciare emergere la sfera interiore e introspettiva del suo ego più profondo e il moto della sua anima. Possiede una tecnica assoluta nella costruzione scenica dell’opera, nella perfezione del tratto segnico e del disegno, nell’armonia delle partiture cromatiche ben dosate e distribuite, nella capacità di rendere evocativa la ra gura- zione accordando concetto e soggetto. Il suo fare arte si orienta a offrire al fruitore pagine di emozione e riflessione. Le opere ci mostrano il volto dell’arte intesa come magia, che serve a fare scoprire il nostro vero volto e l’essenza della nostra ispirazione creativa. In ogni opera emergono le cono- scenze e la formazione acquisita e consolidata. È una pittura matura, coe- rente e consapevole, che risulta completa ed esauriente nella sua formula espressiva. La tela elaborata diventa come un velo magico, dove pulsioni e vibrazioni emotive con uiscono a tracciare una trama narrativa gurale avvincente. L’arte è la sua musa ideale e tramite i quadri rinasce e si rinnova di continuo. Il fascino intrigante dei lavori artistici di Daniela risiede nel binomio creativo speciale che collega e congiunge insieme, come un ponte virtuale carico di simbologie, il passato e il presente e al contempo spinge lo sguardo a proiettarsi verso il futuro. Nelle opere c’è un incontro catartico e senza tempo costituito dalla fusione inscindibile di due anime: la donna manifestazione della propria indole e personalità e l’artista con il suo segno peculiare, distintivo, esclusivo e quali cante. Le due anime si intrecciano in commistione e il gesto creativo e la materia pittorica si combinano con sinuosa e suadente eleganza compositiva. L’unicità di ogni opera nell’essen- za inedita e sui generis, è ra orzata dalla duttile versatilità dell’intervento di Daniela che regala ad ogni quadro un imprinting irripetibile. Con pro- fonda umiltà ri essiva si pone dinanzi alla preziosità della materia pittori- ca e la arricchisce con il contributo delle memorie e dei sentimenti in un cammino crescente e progressivo, che equivale alla metafora simbolica del suo viaggio esistenziale. Daniela si immerge nell’opera e si lascia “cullare” dall’incanto della magia creativa. “L’arte non ha epoca. È l’emozione che dorme su guanciali d’eternità” (Antonio Aschiarolo).
“Il disegno è la sincerità dell’arte. Non ci sono possibilità di imbrogliare” (Salvador Dalí).
È interessante osservare come il linguaggio comunicati- vo di Daniela si innalza ad un signi cato che trascende i limiti della pura manifestazione artistica, poiché attraverso il suo fare arte si protende alla conoscenza e all’apertura verso il “tutto” inteso come fonte generatrice di ogni cosa nell’universo, alla possibilità di indagare e mettere in discussione il primitivo e tradizionale concetto di spazio e di tempo. Cerca di motivare ogni sua esperienza secondo le leggi del sentire e del percepire, conside- randole parti integranti della grande struttura dell’atto ideativo e creativo. Nella sua concezione si fondono mente e spirito, tradizione e modernità, uniti da una concretezza tale da condurla ad una sorta di visione esistenzia- le trascendentale. L’opera diventa un universo in sé, una parte del tutto, un macrocosmo che si armonizza con gli elementi dei microcosmi circostanti. Tempo e spazio vengono concepiti come forme del pensiero, che in quanto tali sono indeterminate e indeterminabili, non hanno ne il principio ne la ne per a ermare il concetto secondo cui “non esiste ne vita ne morte. Tutto è una continuazione”. All’interno della costruzione rappresentativa il tem- po esiste come una formula visiva di luce o repentino bagliore irradiante energia luminosa e si instaura tra gesto creativo e percezione in nita della realtà, che però sfugge nel suo uire costante all’inquadramento temporale e alla scansione cronologica. Nel suo percorso evolutivo tende a uni care e unire le percezioni spazio-temporali, determinando e facendo prevalere un senso interno di ogni fenomeno. Il concetto di tempo comunemente in- teso non esiste, poiché tutto è e resta sempre presente. Per Daniela anche le esperienze negative e gli errori servono come moniti simbolici per crescere e migliorare. Ne scaturiscono opere pensate e meditate, che provengono da un approccio artistico presieduto dal rigore concettuale e guidato dalla dottrina. Questo non signi ca predisporre intenzioni o premeditare ogni segno, ma bensì avere completa e totale ducia in una disciplina che con- duce alle porte dell’in nito scon nato del “tutto” per a ermare che “tutto è ciò che è”. Con il termine anima si indica convenzionalmente il principio dell’attività cosciente dell’uomo e il principio della vita di ogni essere vi- vente. Chi come Daniela si dedica all’arte utilizzandola come un medium di comprensione e di ricordo interiore viene coinvolto in un procedimento spirituale, che mira a veicolare ciò che di più profondo c’è in ogni uomo: l’anima. Per Daniela cercare l’essenza sostanziale delle cose e dell’universo può aprire pienamente alla dimensione più introspettiva, proiettando ver- so altre e nuove prospettive, capaci di mettere in dubbio il signi cato di ciò che diamo per scontato per proclamare che “la vita non è altro che un cammino spirituale in noi”. Dipingere, modellare, plasmare, trasformare significa impegnarsi in continui cambiamenti, che coinvolgono la parte più celebrale e profonda in relazione a una visione, che vuole andare ben oltre a quanto di prassi viene de nita realtà in senso lato. Per Daniela la mente umana ha ancora troppi limiti e per poter comprendere e vedere tutto è necessario imparare e imparare ancora per arrivare con impegno, rispetto e umiltà ad acquisire la cognizione completa e consapevole.
Nel so ermarsi sul linguaggio pittorico di Daniela si coglie da subito l’es- senza di un’artista che riesce a unire e coniugare tradizione e ricerca, iden- tità e fantasia, cuore e anima. Nella rigorosa indagine sperimentale rie- sce ad accogliere e sviluppare in equilibrata proporzione questi peculiari aspetti. Formatasi con un’impostazione dottrinale dalle caratteristiche ben de nite e radicate ha saputo per certi aspetti a rancarsi da essa, perseguen- do una strada propria, assolutamente personale e originale. Si è a ancata ad un simbolismo metaforico sotteso con signi cati e contenuti profondi, aprendo la sua ricerca verso un dialogo aperto e interattivo tra arte e tem- po, classico e moderno, realtà e immaginario e traducendo nella materia pittorica l’esigenza primaria di un’intensa ri essione su se stessa, la propria dimensione esistenziale e il rapporto con la spazialità circostante. Alcuni segni, elementi, soggetti più ricorrenti nelle composizioni possono esse- re considerati come quali canti e distintivi per individuare un linguaggio semantico iconico che lo spettatore attento e curioso può carpire e inca- merare nella memoria recettiva, fornendo una soggettiva interpretazione. Metaforicamente le tele sono come lavagne, che accolgono i pensieri più intimi e nascosti e le immagini evocate sono come enigmi avvincenti non da risolvere, ma bensì da comprendere. La struttura narrativa delinea una ri essione silenziosa e introspettiva, che trapela dagli occhi e dall’anima dell’artista a cui la vita attraverso l’arte ha trasmesso magici momenti di in nito da condividere con l’osservatore, tramite un codice espressivo ben decifrabile, semplice, ma al contempo ra nato e ricercato. Daniela nell’at- to creativo si rifugia virtualmente dentro il suo “universo sommesso” dove accende e stimola il vivace estro generando una pittura fatta con il cuore, che parte dall’anima e arriva a toccare le corde del cuore, con vibrazione intensa e pulsante. I simboli e i pensieri della memoria si trasformano in alle- gorie di un mondo lontano percepito però come vicinissimo, da trasferire ed imprimere nei quadri. Dall’osservazione della realtà circostante a ronta tematiche di erenti, rivisitandole con spiccata intelligenza e arguta sensi- bilità. Con consolidata pratica artistica e profonda cultura lascia emergere diverse istanze pittoriche, riportando con elegante semplicità la gurazio- ne al centro narrativo, in posizione di focale e preminente centralità e re- galando nuova luce alle emozioni più vere e autentiche. L’incipit scaturito dalla visione riprodotta induce il fruitore ad un’azione di riconoscimento e di auto-analisi del sé e del proprio spazio dimensionale in un’atmosfe- ra dalla componente sostanziale pregnante. Immagini evocative e delica- te ri essioni si accorpano insieme in un’operazione di so sticata sintesi e compressione del tempo che acquista esso stesso valenza rappresentativa come immagine virtualmente proiettata dentro la costruzione compositi- va. Nella poetica espressiva con uiscono in sinergica fusione una moltitu- dine di componenti, che si incontrano in un unico grande “meccanismo unitario” chiamato esistenza, dove la memoria del passato che riecheggia e rivive ancora nel presente viene rivisitata in chiave attuale e mai banale e l’ordinario viene trasformato in straordinario, avvolto da magica fantasia interpretativa. “Nelle nostre vite c’è solo un colore che dona senso all’arte e alla vita stessa. Il colore dell’amore” (Marc Chagall).
Nella ricerca compiuta da Daniela si delinea una calibrata e armoniosa fusione tra viaggio reale e viaggio mentale sovradimensionale connessi ad un processo esperienziale, in cui la visione reale e lo spirito d’immagina- zione convergono in misurato bilanciamento e si risolvono in formule rap- presentative dai connotati simbolico-metaforici ispirati al rapporto con il mondo circostante, la natura, gli animali, rivisitate e riproposte ponendo particolare attenzione all’elemento di spiritualità e ai signi cati subliminali impressi sulle tele. Le suggestioni delle visioni evocate vengono stimolate e sollecitate dalla sensibilità espressiva di Daniela, che fornisce una riela- borazione personalizzata intrisa di sferzante carica energetica e riesce a infondere e a conservare perfettamente intatti nelle rappresentazioni quel senso di coinvolgente stupore, di spontanea meraviglia, scaturiti dall’e- sperienza stessa che li ha generati. Le opere racchiudono una fremente e vibrante tensione sperimentale, frutto della coesione tra mondo e realtà circostante e sfera interiore più intima e recondita, tra paesaggio sico re- ale e paesaggio virtuale dell’anima. Emerge la volontà di ricerca di una proiezione d’in nito, di una prospettiva di rappresentazione proiettata e protesa fuori e dentro il passato e il presente, come accade nello stato di veglia e di sonno che si intreccia no a fondersi in commistione, confon- dendo e perdendo i propri con ni dimensionali delimitativi. È una pittura che nasce da suggestioni reali e che lo spettatore è chiamato a recepire e riattivare, innescando un meccanismo relazionale con i dipinti di coinvol- gente interazione comunicativa. Nell’impronta compositiva dalla ricercata laboriosità strutturale la metafora sottesa originata dal solido legame tra viaggio sico e viaggio mentale si rivela, invitando a cogliere l’essenza più autentica della vita nelle sue variegate e multiformi espressioni. La grade- volezza dell’impatto esteriore risiede nella potente forza generatrice di bel- lezza, armonia, poesia, sentimento, emozione che si congiungono insieme in magica alchimia narrativa. La tecnica pittorica rifugge dal procedimen- to freddo e distaccato dell’oggettività fotogra ca e copiativa ed è nalizzata alla rivalutazione e al recupero della componente più intimista dell’arte. Le immagini riprodotte sono collocate in una dimensione, che seppur calata nella realtà ed ispirata ad essa, si manifesta in una costruzione fantasiosa, che si riempie di visionarietà onirica e fantastica e sposta l’indagine pitto- rica dall’esterno all’interno rivolgendosi direttamente all’ego introspettivo che guida la mano e l’atto del dipingere. Daniela vuole indagare e dare voce a quel mondo sommerso e ancora inespresso e ritrovare tramite l’arte l’e- satta e precisa collocazione del proprio essere nel mondo, in quanto donna e artista contemporanea e del proprio rapporto relazionale con quanto la circonda, palesando una profonda e consapevole maturazione tra speri- mentazione moderna e memoria antica, orientate e alimentate dal pathos emozionale che l’accompagna, canalizzandone e indirizzandone l’azione esecutiva. “La pittura è un mezzo di auto-illuminazione” (John Olsen). “La creatività richiede coraggio” (Henry Matisse).
Per Daniela l’arte è concepita in formula loso ca, cioè come espressione di una loso a di vita, come pittura che esprime il pensiero attraverso il colore, le gure, le immagini e che plasma e trasforma la realtà circostan- te in essenza sostanziale, inserendola in una dimensione atemporale, in un’atmosfera virtuale, rarefatta e ovattata. I suoi soggetti sono immorta- lati racchiusi in una “fase magica”, un’atmosfera speciale in cui visibile e invisibile, reale e irreale si aggregano nell’attimo fuggente e de niscono un costante e continuo uire di movimento dinamico, prima di cambiare ancora posizione e ride nire e mutare nuovamente la loro proiezione spa- ziale. Sulle tele la pennellata cromatica è variopinta e luminosa, eseguita con doviziosa precisione e ra nata eleganza e sobrietà. I colori avvolgono e permeano l’immagine, dominano la narrazione interagendo sia con la rappresentazione evocata sia con la cornice d’ambientazione circostante di contorno al nucleo del fulcro scenico centrale. La materia pittorica fun- ge da riempitivo e le permette di convogliare la sua ricerca evolutiva in un’avvincente sperimentazione, che si snoda mediante il usso di movi- mento dinamico in un gioco ad intreccio tra spazio e materia, presenza e assenza, inserendo nella costruzione narrativa delle suggestive immagini che creano un’unità sinergica in armonioso equilibrio, avvicinando e ac- corpando gli elementi compositivi in un coreogra co mosaico ad incastro, che scaturisce da una volontà di assoluta perfezione elaborativa. Nella sua arte d’impronta loso ca Daniela vuole esternare messaggi subliminali, che lo sguardo attento e sensibile dell’osservatore deve saper cogliere e in- troiettare. È consapevole dell’essenza umana, di quello “stordimento del vivere” che assale l’uomo nella sua precarietà esistenziale, di quell’eterno e perenne uttuare dell’essere all’interno di un enigma cosmico universale che aleggia sopra ogni cosa e ne governa il divenire perpetuo. È il motore esistenzialista che cattura e conquista la sua attenzione, così come lo studio accurato e l’analisi meticolosa della psiche e dell’animo umano in tutte le sue articolate e complesse sfaccettature più nascoste e celate. In Daniela si riscontra l’amore appassionato di Francis Bacon per la gestualità di poetico e sentimentale lirismo e l’interesse verso l’Espressionismo tedesco, caratterizzato dalla dedizione per la concezione emozionale dell’arte e per la ten- sione al conseguimento di una propria soddisfazione, al raggiungimento di un compiacimento personale attraverso l’occhio, l’espressione interiore e psicologica che fungono da motore trainante e da volano propulsore per la poliedrica propensione progettuale e creativa. “Lo scopo dell’arte è quello di rappresentare non l’aspetto esteriore delle cose, ma il loro signi cato interiore” (Aristotele). “La cosa principale è essere commossi, amare, spe- rare, tremare, vivere” (Auguste Rodin).
Elena Gollini [Curatrice, Critico e Giornalista d'Arte]
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