La donna animale .
Il mistero terreno della femminilità, dote dell’anima che è “natura ed istinto” di ogni donna.
C'è qualcosa che appartiene al carattere profondo di ogni donna, e che fa sì che unisca visioni, luoghi, tempi e mondi diversi? C'è qualcosa che va al di là delle culture, dei modi di vita, dei retaggi e dei ruoli che la donna oggi deve indossare, e che invece è costituente intimo, è natura segreta dell'essere donna? Certo, già un approccio di questo tipo rivela un bisogno di schematizzazione che è proprio della nostra mentalità razionalizzante, chiamiamola occidentale. E che forse rischia di banalizzare l’analisi di realtà diverse e di diversa stratificazione storica, culturale, sociale, umana. Può soccorrere allora affidarsi al libero linguaggio dell’arte, che di suo ha la capacità di comprendere, e non già di spiegare, i fenomeni che rappresenta. E si può raccogliere la sfida che il tema di questa mostra propone, sfida di sostanza e di metodo, considerando che non il linguaggio, bensì i linguaggi dell’arte, in questo caso intesi come espressione di differenti esperienze e sensibilità, possono rendere la complessità e lo spessore insiti nel tema stesso. Mettere in relazione artisti diversi, collegare attraverso un filo conduttore la varietà delle visioni e delle interpretazioni, serve a noi fruitori per allestire un laboratorio di ricombinazione dei distinti frammenti, per segnare e ricomporre con diseguali paesaggi e con disparate prospettive un panorama che, già di suo e per fortuna, non è inquadrabile da un’unica angolazione.
Il progetto e l’ambizione, ma se si vuole la vocazione propria di una mostra d’arte, è quella di partire un passo indietro, da una dimensione più intima e profonda, da uno spazio sovrastante e dal quale, non sappiamo se sia più facile, ma sicuramente ha più senso cercare di individuare un tratto comune, un fondo costante, un costituente di base per ogni successiva analisi. Parlare oggi di donna, della sua condizione, rischia facilmente di sconfinare nel territorio dell’abusato e dello stereotipo. Soprattutto, si può essere certi di lasciar fuori qualcosa, di addentrarsi in approfondimenti parziali, di doversi dibattere fra le variazioni, i distinguo, le eccezioni. E le accezioni. Di quale donna si parla?
Allora, un passo indietro. Meglio cercare prima di capire “cosa è” esser donna. Cogliere sguardi, atteggiamenti, modi della donna, proprio nella diversità delle situazioni rappresentate, e nella pluralità delle interpretazioni confrontate, può aiutare a precisare il segno di quell'eterno femminino che precede e supera ogni esaltazione ed ogni frustrazione, ogni condanna ed ogni riscatto. Nella figurazione degli artisti, dei 20 artisti che qui espongono il loro modo di intendere la femminilità, è possibile abbandonare per un attimo concetti e preconcetti, lasciarsi guidare solo dalle emergenze di colori, forme, materie per seguire i connotati dell’ “anima” femminile, di quella forza vitale e generatrice, umida, lunare, prepotente, invasiva, coinvolgente, ammaliatrice ed ingenua che appartiene ad ogni donna ai quattro angoli del mondo. E da che mondo è mondo.
La "donna animale" dunque, come ricerca e tentativo d'individuazione di quel sottofondo dell'anima - primordiale, originario, ferino - che è il mistero stesso della femminilità, con cui l'essere umano, uomo e donna, si relaziona e confronta. Attraverso la dislocazione eterogenea e molto differenziata di elementi e di immagini, di tecniche espressive e di percezioni estetiche, si è creduto possibile avvicinare sensibilità a sensibilità, istinto ad istinto, ragione forza e bellezza alla dote creativa e naturale. Si è creduto possibile parlare di “anima”.
francesco giulio farachi
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