Energie Fluide. I Cantieri dell’Anima
mostra personale di Antonella Catini - Testo critico del professor Philippe Daverio. a cura di Antonietta Campilongo e Ida Mitrano.
Nell’ambito del V Convegno Assogenerici "Una sanità accessibile, una sanità etica"
Si inaugura martedì 17 giugno alle ore 16.00 presso il Museo Ara Pacis la mostra personale di Antonella Catini a cura di Antonietta Campilongo e Ida Mitrano.
Energie Fluide. I Cantieri dell’Anima è il titolo della rassegna. Il percorso espositivo si presenta accompagnato dal testo critico del professor Philippe Daverio.
Il tema del V Convegno Assogenerici, sul quale i massimi esponenti del settore saranno chiamati ad esprimere la loro visione, nella ricerca di una soluzione da tutti condivisa, è quello dell’etica di una sanità sostenibile. La giornata di dibattito sarà chiusa alle ore 15.00 da una lectio magistralis del professor Philippe Daverio sulla metafora artistica nella produzione del farmaco, che inaugurerà la mostra dell’artista Antonella Catini, dedicata al tema della salute.
Scheda tecnica
Genere: Pittura, Mostra Personale
Titolo: Energie Fluide. I Cantieri dell’Anima
A cura di Antonietta Campilongo e Ida Mitrano
Artista: Antonella Catini
Organizzazione: Assogenerici
Testo in catalogo di Philippe Daverio
Catalogo: SKIRA Editore
Periodo: 17 giugno 2014
Durata: un giorno
Convegno: ore 15.00, La metafora dell'arte del professor Philippe Daverio
Vernissage: martedì 17 giugno, ore 16.00 – 19.00
Sede: Ara Pacis
Via di Ripetta, 190 - Roma
Info:
T. 339 4394399
www.assogenerici.org
www.nwart.it
www.antonellacatini.com
Curioso e intrigante il lavoro
di Antonella Catini…
Philippe Daverio
Curioso e intrigante il lavoro pittorico di Antonella Catini. Ed eccentrico pure per un certo verso se si tiene conto delle pieghe che le arti visive recenti hanno preso.(…)
Antonella Catini, quasi controcorrente (…) si è rimessa a giocare in quell’ambito affascinante
dove la mente dialoga con il gesto e il gesto si fa segno. Ed è come se la ricerca dell’energia che trapela dal suo fare avesse avuto la fortuna di scoprire un percorso proprio, capace di essere compreso da altri, di essere partecipato da altri. (…)
L’accumulo dei gesti e dei segni della generazione precedente è per Antonella Catini
esperienza acquisita, punto di partenza per far riprendere la corsa di questo pendolo. Gioca lei infatti con il gesto, vigoroso o delicato, si rimette a muovere la materia, impasta i colori. E va così a formare un cumulo sperimentale che torna ad avere una voglia narrativa, per accenni. Ma nel frattempo l’esperienza del secolo si è sedimentata. E quando lei pone una materia sopra l’altra, quando lancia il gesto, genera una lingua che torna a narrare. Sono di nuovo percepibili i significati. E come nelle lingue parlate, ogni segno nasconde una seconda opportunità semantica: le sovrapposizioni lasciano intuire gli strati sotterranei e reconditi, i segreti vengono a galla e l’immagine torna a formarsi in una nuova sua struttura. Se nella generazione precedente la figurazione diventava astratta, nel cosmo suo l’astrazione torna figurativa, ma in una dimensione rinnovata. Si apre la fantasia alla magia del vedere, un po’ come quando lo psicologo analizza un test di Rorschach. La casualità iniziale viene guidata nel suo stesso divenire. Tutto torna a comporsi. E allora si scopre che oltre la dimensione del nostro vedere quotidiano, quella che restituisce talvolta a fatica anche la fotografia, vi è una dimensione del nostro esistere quotidiano, apparentemente inafferrabile, che si fa tangibile e perenne quando assume la forma stabile dell’opera compiuta. Qui si riscopre la funzione della pittura, quella che lega l’uomo d’oggi a quello a lui simile già nella caverna antica, e cioè la rappresentazione del mito, del rito e forse talvolta del mistero e quindi del sacro.
Antonella Catini “gioca” con strumenti messi in atto da artisti talvolta a lei precedenti, così come in musica si compone in base ai grandi paradigmi che il contrappunto ha già stabilito.
Il risultato finale è ovviamente la risultanza applicativa del suo talento.(…)
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