Michelangelo Galliani e Marika Ricchi: Come seme che muore
In occasione del Giubileo, sabato 11 gennaio 2025 alle ore 18.00, nella chiesa di San Giovanni Battista Decollato a Modena, sarà inaugurato il primo evento promosso dall'Ufficio diocesano beni cultura
In occasione del Giubileo “Pellegrini di Speranza”, sabato 11 gennaio 2025 alleore 18 nella chiesa di San Giovanni Battista Decollato a Modena, saràinaugurato, alla presenza di mons. ErioCastellucci, Arcivescovo di Modena-Nonantola, il primo evento di un più ampioprogetto dell’Ufficio diocesano beni culturali per riflettere attraverso l’artesui temi dell’anno santo: un ‘cammino’ a più voci che vedrà per tutto il 2025numerose iniziative curate in modo condiviso dai musei, archivi e bibliotecadiocesani in collaborazione con diverse realtà modenesi.
Ilprimo appuntamento in calendario valorizza un’opera di alto pregio culturale eforza spirituale presente nella chiesa di San Giovanni Battista: il “Compianto su Cristo morto” realizzato nel 1476 dal modenese Guido Mazzoni, celebre per le sue operein terracotta, a imitazione del vero, dallo stile popolare e di forteimmediatezza espressiva. Un QRcode vicinoall’opera, inquadrabile con il proprio smartphone, permetterà ai visitatori diaccedere a contenuti multimediali tra cui un breve video con approfondimenti culturali e spirituali (testi: donFederico Manicardi e Simona Roversi; riprese: Alessandro Gibellini di“Gibellini design”; voce narrante: Francesca Fontana, co-direttrice dei Museidel Duomo di Modena). L’evento s’inserisce all’interno di una “mostra virtuale” regionale di opered’arte sacra delle 15 diocesi dell’Emilia-Romagna scelte per rappresentare itemi del dono, della speranza, della grazia. Il progetto raccoglie diversi contributiche illustrano opere evocative del motto giubilare ed è consultabile sul nuovosito web www.bceer.it della Consulta Regionaleper i beni culturali ecclesiastici dell’Emilia-Romagna.
Il Compianto di Mazzoni mostra un episodiodella vita di Gesù mai raccontato nei Vangeli canonici: il momento che segue ladeposizione dalla croce, appena precedente alla sepoltura. Mazzoni mette inscena un gruppo di uomini e di donne che al cospetto del corpo torturato ecrocifisso di Gesù iniziano a intuire il senso delle sue parole, dette pochigiorni prima di morire: “Inverità, in verità io vi dico: se ilchicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore,produce molto frutto” (Gv 12,24).
In talsenso s’inserisce la riflessione sull’operadi mons. Erio Castellucci, Arcivescovo di Modena-Nonantola e Vescovo diCarpi: «Nei chicchi di grano puoi vedere la morte oppure la vita; la morte, sepensi che presto saranno macinati, la vita, se pensi che saranno trasformati infarina e pane. O forse puoi vedere nei chicchi la morte insieme alla vita: lamorte come condizione di vita, perché non esiste nascita senza trasformazione,e quindi la vita senza la morte di qualcosa che l'ha generata. Ecco la speranza: non la vita senza la morte,che è illusione, e nemmeno la morte senza la vita, che è disperazione; ma lavita attraverso la morte, il canto dell'esistenza risorta dal sepolcro».
Per arricchire la proposta e renderla ancor piùsignificativa allo sguardo dell’umanità di oggi, i due curatori del progetto,Simona Roversi e don Federico Manicardi dell’Ufficio diocesano per i beniculturali di Modena-Nonantola – con la collaborazione dell’associazioneculturale Ricognizioni sull’Arte APS –hanno chiesto a due affermati artisti, MichelangeloGalliani e Marika Ricchi, diapprofondire il significato della Speranza realizzando un’opera che si ponessein dialogo con il Compianto di Mazzoni.
Lapreziosa scultura di Galliani e Ricchi, intitolata “Come seme che muore”, che qui si inserisce, ci aiuta ameditare questo mistero. Dal contrasto cromatico tra il marmo bianco di Carrarae il nero di Marquinia nasce una sottile linea di confine che separa la mortedalla vita, il buio del nulla dal candore della resurrezione. Proprio nelsilenzio delle ferite, impresse nella carne di un corpo martoriato dallaviolenza, germogliano esili steli di grano in bronzo dorato.
Lascultura è composta da pregevoli elementi plastici di diversi materiali: marmonero Marquinia, bronzo e marmo di Carrara, i quali, in equilibrio visivo traloro, alludono ad una meta spirituale all’interno di un gioco continuo dirimandi con il “Compianto su Cristo morto” di Guido Mazzoni.
L'operaè stata realizzata appositamente dagli artisti per il Giubileo 2025, saràvisibile all’interno della chiesa di San Giovanni Decollato a Modena fino al 6gennaio 2026 e al termine dell’anno giubilare sarà musealizzata.
L'iniziativa – resa possibile grazie al contributodella Fondazione di Modena e ai fondi CEI 8xmille – è promossa dall’Ufficio peri beni culturali ecclesiastici dell’Arcidiocesi di Modena-Nonantola, con lacollaborazione dell'associazione culturale Ricognizioni sull'Arte APS.
Riguardo alla genesi della loro opera, scrivono gliartisti Michelangelo Galliani e Marika Ricchi: «La scultura in marmo,che rappresenta un braccio ed una mano che indica un piede trafitto da trespighe di grano, è una potente allegoria della rinascita e della connessionetra vita e morte. Il braccio, teso verso il piede, simboleggia la guida ol’intenzione di un percorso, come se l’indicazione verso il piede fosse unachiamata all’accettazione della sofferenza e della trasformazione. Il piedetrafitto, simbolo di ferita e sofferenza, si fonde con le spighe di grano, chesono da sempre simbolo di fertilità, nutrimento e crescita. Le spighe di bronzoche perforano il piede non sono semplicemente un atto di violenza o di dolore,ma rappresentano anche il seme che germoglia dalla terra, segno che dallasofferenza e dalla morte nasce una nuova vita. Le tre spighe richiamano unnumero simbolico di grande valore spirituale, come la Trinità, ma anche laciclicità dell’esistenza: vita, morte e rinnovamento.
Il marmo, materiale freddo e solido, acquista unadimensione organica grazie alla sua lavorazione, dando l’impressione che lascultura sia in perenne divenire, come un momento sospeso tra morte erinascita. La mano, come una guida spirituale, invita l’osservatore ariflettere sul significato della sofferenza e sulla sua inevitabile connessionecon la vita che rinasce. In definitiva, la scultura invita ad una profondameditazione sulla resilienza umana e sul ciclo di morte e rinascita, in cuiogni ferita può essere una precondizione per la crescita e il rinnovamento,come il grano che, pur venendo schiacciato, porta con sé la promessa di unfuturo di abbondanza».
Il progetto, conclude Alessandro Mescoli presidente dell’associazione culturale Ricognizioni sull’Arte APS, «è stato sviluppato insieme agli artisti ed aicuratori, creando i raccordi e gli snodi interculturali necessari allarealizzazione dell’intervento artistico. Sono molto felice che sinergie comequesta diano la possibilità agli artisti di continuare nella ricerca di linguaggi espressivi che uniscano lacultura contemporanea “tout court” ai temi propri del sacro, lasciando allacomunità una traccia di questo sincretico passaggio. Un mio particolareringraziamento agli artisti, a Simona Roversi, a don Federico Manicardi e all’Arcivescovomons. Erio Castellucci, che hanno creduto fortemente in questo progetto».
sabato 11 gennaio 2025
Piazza Giacomo Matteotti - Modena - Modena - Italy
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