Silvia Camporesi. Fragile Sublime
In contemporanea, l'azienda Dino Zoli Textile ospita la residenza "Navigano le ninfee" del duo artistico Gaggia-Dubbini
Dino Zoli Group ricorda la terribile alluvioneche il 16 maggio 2023 colpì la città di Forlì, le zone circostanti e gran partedella Romagna con una mostra di fotografie inedite di SilviaCamporesi, dedicate al Parco urbano “Franco Agosto”, presso la FondazioneDino Zoli e una residenza del duo Gaggia-Dubbini pressol’azienda Dino Zoli Textile, con la partecipazione dei cittadini deiquartieri alluvionati, per tenere alta l’attenzione e sollecitare un concretointervento in termini di prevenzione e cura del territorio.
Entrambi iprogetti, promossi dalla Fondazione Dino Zoli, sono prodotti erealizzati dall’azienda Dino Zoli Textile, nella convinzione che l’artepossa accrescere il senso di appartenenza, favorendo il dialogo e l’inclusionesociale.
Venerdì 17maggio alle ore18.30, presso la Fondazione Dino Zoli (Viale Bologna, 288), saràinaugurata la mostra Fragile Sublime di Silvia Camporesi,a cura di Nadia Stefanel.
L’esposizione,visitabile fino al 20 luglio, restituisce parte del lavoro dedicatodall’artista al tema dell’alluvione e del dissesto idrogeologico, in idealecontinuità con la mostra Romagna sfigurata, visitabile in contemporaneaa Forlì, presso la Sala del Monte di Pietà.
Alla FondazioneDino Zoli, dodici fotografie, quasi tutte inedite, raccontano il Parcourbano “Franco Agosto”, un luogo del cuore per i forlivesi con i suoi ventiettari di prati, alberi, animali e giochi per bambini. Scattate tutte nellostesso giorno, in un arco di tempo ridotto, le immagini raccontano un luogostraniante e onirico, di struggente silenzio e inaspettata quiete, in cuil’aspetto drammatico si stempera nella poesia della visione.
«Il giornosuccessivo all’alluvione, non avendo subito danni, mi sono chiesta cosa fare»,racconta Silvia Camporesi. «Sono una fotografa, ma non una reporter,come avrei dovuto comportarmi di fronte all’accaduto? Non ho avuto dubbi:dovevo vedere. Così appena è stato possibile sono uscita e quel che hovisto è stato atroce e bellissimo insieme. Con una tuta da pesca mi sonoaddentrata nel parco urbano, da sola in mezzo a una enorme quantità di acqua edi fango. Sapevo che quel che facevo comportava un alto rischio, ma era troppogrande il desiderio di vedere, puntare gli occhi su qualcosa di assoluto,unico. Il parco era un lago fermo, silenzioso, dove tutto quello che eravamoabituati a vedere normalmente era scomparso. Eppure si trattava di una visionesublime, perché la natura si riprende, trova la sua strada per riemergere. Oggiil parco è tornato quasi alla normalità, gli animali hanno ripreso a circolare;gli alberi sono rifioriti ma portano ancora le macchie del fango ed enormicumuli di terra giacciono un po’ ovunque».
«Con SilviaCamporesi – scrive Monica Zoli, socia Dino Zoli Group – le strade sisono incrociate innumerevoli volte e siamo felici di questa nuovacollaborazione che ha raggiunto un livello ancora più profondo. Le fotografie,uniche e inedite, che ha realizzato al Parco urbano inondato dall’alluvione,sono state stampate all’interno della Dino Zoli Textile dopo un’attenta ricercadel materiale più adatto ad esprimere la loro poetica. Una ricerca che hasicuramente arricchito noi di un nuovo ambito di applicazione dei processi distampa, oltre alla soddisfazione di un risultato apprezzato dall’artista,attenta ad ogni minimo dettaglio».
«In questa serie difotografie inedite – scrive Nadia Stefanel, curatrice della mostra edirettrice della Fondazione Dino Zoli – l’artista suggerisce una bellezza cosìprofonda e tuttavia così delicata della Natura che potrebbe frantumarsi sottoil peso della sua stessa maestosità. Questa giustapposizione invita a unacontemplazione più profonda dei modi in cui gli aspetti sublimi della vita edella natura, spesso vasti, incommensurabili, potenti e travolgenti, possanoessere nello stesso tempo permeati da quella sensazione di imperfezione, dalconflitto fra sensibilità e ragione, fino ad arrivare alla comprensione dellaloro stessa fragilità. Un momento straziante, ma allo stesso tempo effimero esublime, che l’occhio di Silvia Camporesi è riuscito a catturare, fissandolonella memoria collettiva, per sempre».
Per la prima voltanel percorso di Silvia Camporesi, le fotografie sono stampate su tessuto per conferireun aspetto materico all’immagine. Il bianco cangiante del tessuto Dino ZoliTextile, selezionato dall’artista insieme al team tecnico dell’azienda, valorizzaal meglio l’aspetto liquido e i cromatismi – verde e marrone – che si ripetonoin tutte le immagini. La procedura, messa a punto da operatori specializzati,ha previsto la stampa su carta tramite un plotter che utilizza inchiostrisublimatici, il transfer a caldo su un fondo stampa in 100%PL e l’applicazionesu pannelli in materiale riciclato di 4 cm di spessore.
Le dodici immagini,stampate in formato 100x140 cm, sono allestite nella prima sala dellaFondazione. Il percorso di visita comprende anche alcune opere provenientidalla collezione permanente e da precedenti esposizioni.
In contemporaneaalla mostra di Silvia Camporesi alla Fondazione Dino Zoli, prosegue laresidenza Navigando le ninfee del duo Gaggia-Dubbinipresso l’azienda Dino Zoli Textile, a seguito del premio ricevuto ad ArteamCup 2022, il concorso nazionale promosso dall’Associazione culturale Arteamdi Albissola Marina (SV).
Se con la residenzadi Elena Bellantoni nel 2023 l’attenzione era stata orientata all’interno, conil coinvolgimento attivo dei dipendenti in veste di performer, con la residenzadel duo Gaggia-Dubbini la comunità entra in azienda e l’azienda si apre allacittà. Attraverso vari incontri, concertati con il Comitato UnitarioVittime del Fango Forlì e i comitati dei quartieri colpitidall’alluvione, gli artisti stanno raccogliendo le storie personali chevengono loro donate, convogliandole verso la creazione di un’opera d’artecollettiva. Nascerà un grande lavoro tessile, esito di un percorso di naturaprocessuale condiviso con cittadini e scuole di ogni ordine e grado. Alcuniframmenti estrapolati dall’arazzo troveranno nuova vita nei luoghi colpitidall’alluvione, generando una mappatura di quanto accaduto. Parallelamente èprevista la realizzazione di un progetto scultoreo che trasformi e donisignificato alle irreversibili perdite subite dal territorio.
Il tema deldissesto idrogeologico è un elemento nodale nella ricerca del duo artistico,che già aveva lavorato nei luoghi della miniera dell’ex Montedison in occasionedell’alluvione delle Marche del 2022. Quanto accaduto a Pergola (PU) hasuggerito agli artisti numerose connessioni con ciò che è avvenuto in Romagna esoprattutto a Forlì. È la medesima terra che viene portata via dall’acqua e ilpaesaggio, oggi come allora, muta forma. Il titolo Navigano le ninfeenasce dal dialogo con la comunità: sono parole prese da una singolatestimonianza, che diventano metafora di un cambiamento collettivo, guidatodall’arte e fondato sulle relazioni umane.
«Il gruppo DinoZoli e la fondazione di Dino Zoli, che ne rappresenta l’anima culturale, sonoestremamente radicati nel territorio», conclude Monica Zoli. «Da anniabbiamo iniziato un percorso di residenze d’artista ospitate all'interno dellaDino Zoli Textile, l’azienda capostipite del gruppo, ogni volta sperimentandonuove connessioni fra arte e impresa, coinvolgendo in maniera diversa processi,prodotti, persone e ambienti aziendali con l’artista del momento. In questeoccasioni si sono sempre verificate alchimie preziose. Per questa edizioneavevamo già l’intenzione di legare la residenza d’artista al territorio,aprendoci all’esterno. Dopo la tremenda alluvione che ha investito la Romagna,Forlì e i quartieri così vicini a noi, abbiamo sentito la necessità direalizzare la residenza coinvolgendo le persone colpite da questo eventoinimmaginabile che li ha travolti. L’intento del progetto è porre l’attenzionesulla fragilità e sull’importanza delle relazioni nella comunitànell’affrontare problemi che sconvolgono sicurezze materiali ed emotive. Contanto rispetto per ogni vissuto, speriamo che il dialogo con gli artisti Gaggiae Dubbini porti beneficio e aiuti a tenere alta l’attenzione su un evento lecui conseguenze sono ancora lontane dall’essere risolte».
Con la mostra diSilvia Camporesi e la residenza del duo Gaggia-Dubbini, Dino Zoli Group si apreed accoglie, sottolineando la propria appartenenza ad un territorio ferito maresiliente, capace di rigenerarsi e produrre nuove opportunità anche attraversol’arte e la cultura. Un territorio in cui le aziende del Gruppo affondanosolide radici, che le hanno sostenute nelle esperienze internazionali.
La Fondazione DinoZoli è aperta al pubblico da martedì a giovedì con orario 9.30-12.30, venerdì,sabato e domenica ore 9.30-12.30 e 16.30-19.30, chiuso lunedì e festivi; 2 Giugnochiuso. L’esposizione di Silvia Camporesi è visitabile fino al 20 luglio 2024. Ingressolibero. Per informazioni: T. +39 0543 755770, info@fondazionedinozoli.com, www.fondazionedinozoli.com.
venerdì 17 maggio 2024
Viale Bologna 288 - Forlì - Forlì Cesena - Italy
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