Michele Moro. Champions League
Diciotto dipinti ad olio su tela sono i protagonisti di Champions League, una mostra che presenta alcuni dei lavori più significativi di Michele Moro (Treviso, 1964), pittore cultore della qualità e d
Diciotto dipinti ad olio surntela sonorni protagonisti di Champions League, una mostra che presentarnalcuni dei lavori più significativi di Michele Moro (Treviso, 1964),rnpittore cultore della qualità e del “ritorno al mestiere”, testimone e custoderndei valori dell’arte.
rnrnDal 18 novembre 2023 al 29rnfebbraio 2024 nella gallery #2 della neocostituita Fondazione THE BANK ETS -rnIstituto per gli Studi sulla Pittura Contemporanea di Bassano del Grapparn(VI), va in scena la galleria di ritratti di Michele Moro, dove ognirnesistenza è presentata come un’opera d’arte, ricordando che per viverla appienornoccorre affrontare sfide difficili, tentando l’impossibile per guadagnarsi unarnpersonale Champions League.
rnrnL’umanità di Moro si svelarn«nell’apparizione di cose e figure in scene visionarie dal fascino pop-surrealernche attingono a varie suggestioni, dai ricordi di persone che hanno costellatornla vita dell’artista nel quotidiano accostando a essi simboli e contenutirnsorprendentemente contemporanei, definendo un racconto originale e personale», scrivernRebecca Delmenico in catalogo. «Ogni ritratto e? il modo in cuirnl’artista interpreta il soggetto, proiettandolo nel suo universo emblematicornsospeso in una surrealtà schizoide, i cui elementi circoscrivono un clima chernMoro definisce punk e, al contempo, lirico».
rnrn«Moro rappresenta ilrnprototipo di artista che la Fondazione THE BANK ETS ama, ed èrnquindi immediatamente entrato a far parte del gruppo di artisti con cui noirnabbiamo un rapporto diretto, direi quasi intimo. Perché quando ci si ritrovarn(l’artista e noi) dentro una tela, si condividono emozioni, nasce un rapportorncon l’artista che non può che essere intimo. È una sorta di confessionernreciproca, che diventa complicità, amicizia e comune aspirazione affinché quellornche la tela racconta, quello l’artista racconta, possa essere conosciuto erncondiviso anche dal pubblico. L’esposizione, in questo senso, diventa perrnl’artista un modo per confermare la propria esistenza, una sorta di liberazionerndalla propria solitudine: espongo e quindi sono, esisto. C’è sicuramente anchernuna giusta e necessaria componente di ambizione, che non diventa comunque mairnpredominante», afferma Antonio Menon, presidente della Fondazione.
rnrnL’esposizione propone unarnraffinata scelta di ritratti di Moro, un excursus che prende le mosserndalle lezioni di Leonardo e dei suoi epigoni – come Giuseppe Arcimboldo –rnintrecciandola con il naturalismo di Annibale e Agostino Carracci,rnattraversando la trionfale ripresa del genere presso i pittori veneti dellarnprima metà del Settecento, da Marco Ricci a Giovan Battista Tiepolo, fino allarnricerca di Francis Bacon nella ritrattistica metamorfica.
rnrn«Il bello rappresentatorndall’io nella ritrattistica di Moro è presente in qualsiasi forma che, di perrnsé, può essere considerata non-bella, non-convenzionale, addirittura brutta. Èrnquesta la personale ricerca del sublime dell’artista», dichiara CesarernBiasini Selvaggi, segretario generale della Fondazione.
rnrn«Mentre tutti ci guardavanorncon sospetto e un po’ di compassione perché restavamo incantati dai soggetti dirnMoro, scoprivamo che il nostro amico trevigiano era pure più “concettuale” dirnqualsiasi informale che abbiamo visto passare a cifre incredibili nelle variernaste. Perché Moro ci racconta la verità ridendo, e sotto il suo sorrisornprevedeva il disagio della Brexit, il disastro delle banche venete e dellarnfinanza occidentale, ma era anche ambientalista vero ante litteram,rnprima di ogni Greta, prima di ogni protocollo verde, in anticipo suirncatastrofisti del riscaldamento globale, con le sue canottiere e le sue corsernmatte e disperatissime, sempre in fuga da una realtà che non basta mai. THErnBANK non poteva non intercettare un talento di tale portata, perché sta propriornnel codice genetico della collezione questo andare contro i tempi, contro irnluoghi e in qualche misura contro le mode che hanno lasciato ai margini moltirnartisti affini a Michele Moro», evidenzia Paolo Zanatta, conservatorerndelle collezioni.
rnrnMichele Moro (Treviso, 1964) svolge glirnstudi in grafica pubblicitaria a Treviso e, successivamente, frequenta i corsirnserali presso la scuola d’arte “Lorenzo Lotto” a Mirano (Venezia) dove, oltrernagli studi in storia dell’arte, apprende i fondamentali del disegno e dellarnpittura, percorso che poi proseguirà in autonomia come autodidatta nellarnpittura a olio. Nel frattempo lavora in un’agenzia pubblicitaria,rnsuccessivamente pratica la decorazione con aerografo disegnando su plexiglass ornalluminio per insegne luminose, coniando il proprio idioma espressivo nelrncoltivare la pittura a olio. Dopo un periodo difficile, ormai superato, torna arnriprendere fiducia, giorno dopo giorno e, con essa, la voglia di dipingere,rnattività a cui si dedica a tempo pieno da circa quindici anni.
rnrnL’inaugurazione dellarnmostra, realizzata con il patrocinio del Comune di Bassano del Grappa,rnsi terrà sabato 18 novembre alle ore 18.00. Saranno presenti irnrappresentanti delle Istituzioni, i vertici della Fondazione THE BANK ETSrne l’artista Michele Moro.
rnrnIn contemporanea al focusrnsu Michele Moro, la gallery #1 della Fondazione ospita la collettiva Pitturarnsegreta, a cura di Cesare Biasini Selvaggi e Paolo Zanatta, con opere dirnoltre settanta pittrici e pittori contemporanei facenti parte della collezionernpermanente, per una disamina che va oltre le geografie e le dinamiche delrnmercato, ponendo in primo piano la qualità della ricerca, con una particolarernattenzione anche agli autori outsider.
rnrnLa Fondazione è aperta alrnpubblico il sabato con orario 17.00-20.00, la domenica con orario 16.00-20.00 ernsu appuntamento. La mostra di Michele Moro è accompagnata da un catalogorndisponibile in sede con testi di Antonio Menon, Cesare Biasini Selvaggi, RebeccarnDelmenico, Paolo Zanatta e ricco apparato iconografico. Ingresso gratuito.
rnrnPer informazioni: T. +39rn335 7180804, info@fondazionethebank.org, www.fondazionethebank.org, www.facebook.com/thebankcontemporaryartcollection, www.instagram.com/fondazione_the_bank.
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La Fondazione THE BANK ETSrn- Istituto per gli Studi sulla Pittura Contemporanea è un’istituzionernnazionale dedicata esclusivamente alla pittura contemporanea. Un centro dirnricerca e di formazione specialistica con l’obiettivo di avvicinare all’arternitaliana e internazionale un pubblico sempre più vasto. Istituita nel mese dirnagosto 2023 dal collezionista Antonio Menon, suo Presidente, la Fondazione èrnun’istituzione no-profit che ha le proprie radici nella raccolta d’arternconosciuta come The Bank, in quanto allestita all’interno di un’ex filialerndella Banca Commerciale Italiana. Gli spazi di Bassano del Grappa (VI),rntrasformati nel 2019 in museo privato a seguito di un accurato intervento dirnarcheologia industriale, sono oggi sede della Fondazione e del costituendornMuseo della Pittura Contemporanea. I vertici della Fondazione sono costituitirnda: Antonio Menon, presidente; Cesare Biasini Selvaggi, segretario generale;rnPaolo Zanatta, conservatore delle collezioni. La Fondazione THE BANKETSrn- Istituto per gli Studi sulla Pittura Contemporanea è stata presentata inrnanteprima nel 2023 ad ArtVerona e Artissima.
sabato 18 novembre 2023
via Orazio Marinali, 52 - Bassano del Grappa - Vicenza - Italy
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