Le identità di Cristina Sodano
a cura di Marco Baranello
Esistono almeno due tipi di bellezza. C’è una bellezza immediata, meramente di superficie e subito seducente, una meteora che solca il cielo, ti stupisce per quell’attimo di luce per poi non lasciare alcuna traccia nella tua vita.
Poi c’è una bellezza profonda, una bellezza che vibra alla stessa frequenza della tua anima e tatua il tuo cuore con il suo nome, per sempre. Ques’ultima è quella bellezza che soltanto chi ama può comprendere, un legame profondo, intenso e incondizionato senza perché. Nasce dalla conoscenza, è un viaggio infinito di scoperta.
Le due bellezze non sono necessariamente scisse, possono esistere nello stesso momento, ma soltanto se c’è la seconda c’è davvero amore. Quante opere d’arte passano davanti ai nostri occhi, quante ci appaiono immediatamente belle per poi non stupirci più e quante invece non possiamo fare a meno di ammirare e vorremmo avere l’onore di diventare noi i custodi di tale magia? Quando abbiamo incontrato la prima volta le opere d’arte di Cristina Sodano la sensazione è stata piuttosto chiara: c’era qualcosa di più da scoprire, sembrava di trovarsi di fronte a una strada senza indicazioni ma che in qualche modo ci avrebbe portato nella direzione esatta nella quale non sapevamo neanche di poter andare. Inizia da qui il nostro viaggio alla scoperta di quella bellezza profonda che Cristina Sodano, forse in modo del tutto inconsapevole, sta offrendo al mondo dell’arte attraverso le opere di un nuovo ciclo pittorico iniziato nel 2017 e definito “identità”.
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