Poesie
ANNA MARIA ZITO
RIFLESSO NELLA NOTTE
La mente gravida di sensazioni
dissolve una nebbia di immagini.
Qualcosa scriocchiola:
non sono le imposte mosse
dal vento.
Niente da aggiungere
al giorno che tace
fino all'alba.
Nella dolcezza del momento
si infrangono i miti:
nudi e soli ci si ritrova a
scoprire noi stessi
nella realizzazione
di un istante.
D'Andreagiovanni Graziana
ISTANTANEA
Da dove viene tutta questa luce oggi
è quel che pare chiedermi
l'albero sulla collina
mi volto e intrecci di legno forte
Chiudono il cielo
dalla valigia
profumo di cannella e di anice stellato
mi stendo e aspetto
i tuoi occhi, la mia risposta.
PAMELA SILVIA OTTAVIA MANCINI
LIRICA DI UNA NOTTE SOLITARIA
Ti sento.
Avvicinati.
Scorri su di me.
Accarezza la mia pelle
tracciando un percorso
che parli di te.
Percorrimi piano.
Piano, fino a consumarti.
Avvolgimi
lasciami umida di rugiada
e profumata di te,
in questa notte
così lunga.
Pioggia,
le tue gocce...
le sue mani
che non posso più avere.
ANTONIO CONTOLI
DOMENICA 13 NOVEMBRE
Domenica 13 novembre
ho sognato di baciarti
Non ricordo se piangevo...i piangevi
non ricordo le facce intorno a noi
non ho avuto bisogno di alibi
mentre le mie labbra accarezzavano le tue.
Brivifi...
salivano dolcemente
fino a invadere i nostri sensi...
Pochi istanti...
un altro bacio ancora
ed il mondo è scomparso...
Qust'anno novembre
mi appare più clemente che in passato
Sul terrazzo
stamattina
dopo ricordi
di pioggia e maltempo
è tornato un po' di sole
Raccolgo i panni
lasciati ad asciugare qui fuori
cercando un senso a questa domenica mattina
una molletta... un calzino...
due mollette... una camicia...
Questo mio viaggio
lontano da te
durato ormai un anno
mi ha portato fin qui
ANTONIO CONTOLI
LIMITI INDEFINITI
Punti distanti
nell'aria
divertiti adesso a tracciare
il confine
che dopo
potremo varcare
Forse per terra
o nell'acqua
giocando col freddo e col caldo
col fuoco e col ghiaccio
piangendo e ridendo
morendo... poi resuscitando
Ne abbiamo
di cose da fare
stanotte
divertiti ancora
a tracciare
con me
quei punti distanti
invisibili
inutili limiti
indefiniti
di noi
CONTOLI ANTONIO
LE NOTE BLU
Quello che forse sarebbe
potuto succedere
non saprò mai.
Quello che forse è successo
dolci note primaverili
il tuo strano sorriso
Giorni
trascorsi
lontano da te
Pensavo
a quei sogni
da offrire alla notte
Per scrivere poi
canzoni d'amore
Quello che allora sarebbe
stato meglio dire o fare
non l'ho mai davvero saputo
Adesso
ti voglio pensare
un attimo ancora
E poi saremo per sempre
come le note blu
di una canzone
ormai troppo vecchia
per esser soltanto pensata
RAGAZZI ROBERTO
IL VECCHIO SOLO
Cielo di ottobre
terso e chiaro,
riflessa sul lago
la luce del sole
accompagna la nascita
del nuovo giorno
raccogliendo nell'aria
il canto di un usignolo.
Pacata dorme
tra le onde bianche
la nave dismessa
della sua triste esistenza,
che senza fretta
dosa la vita,
ma non toglie
il senso della sconfitta.
La panca aspetta
sul bordo d'acqua
il vecchio amico
e la sua dole compagna,
ma senza storia
si pone l'onda
bagnando i piedi
di una persona sola.
Piange il vecchio
senza ritegno,
poi con il gesto
della sua mano
dice al vento
che saltella veloce:
-portale in dono
questo messaggio:
dille che sono qui,
dille che l'amo.-
LOREDANA BECHERINI
RE WIND
Nel cuneo di memoria scivolare
della pioggia in ventate aghi di pino
sciamare- un' imposta che sbatte-
tinnire ai vetri della sfera d'oro
ogni cantuccio
della casa antica
ogni crepa devastarsi riavvolgendo
nel suo respiro cadenzato greve
la bobina del tempo. Canticchiavo
seduta presso l'uscio
trastullavo
fantasie di bambina ricercando
preziosità di cocci tra le pietre
sconnesse di scalini lucidati
da sgrondi d'acquazzone. Era d'estate.
LOREDANA BECHERINI
GRANCHIOLINI
Quei piccolo granchi furtivi
da sotto rocce affogate affiorano
con traversali movenze
esplorano pozze di sale
appiattiti
sul fondo ristanno
cauti in perfetta mimesi
dentro spazi conquistati
di circoscritte ricerche
finchè un onda non giunge
che li svelle
da inerti
sicurezze e lontano
li scalglia. Così in me stessa raccolta
un turbine m'investe scivolano
dal contratto silenzio della mente
scalzate le incertezze irrazionali.
E faccio professione
d'inesausta solitudine
mentre sono sbalzata via lontano.
LOREDANA BECHERINI
ETRUSCA
Alta la melodia dell'oro
dentro un taglio d'azzurro
negli occhi conquistati dall'abbaglio
di iti dissepolti.
Ma sono perdute le voci di quelli
che qui vivono ancora
e una morte infinita sorseggiano
nelle case d'eternità.
Sul colore di terra bruciata
corrusche minacce di cieli
incombono - così precipita
l'ombra della sera-
Eppure danza Velka
per tempi non finifit danza e sorride
da un affresco d'ipogeo effonde
un aroma di vita.
BECHERINI LOREDANA
SILENZIO
Greve incombere d'aria
sull'abbandono del mondo
dove tocchi le nubi con le dita
e il vento che ti penetra
mulinella la sabbia alle caviglie.
In alto arde ferocea dissecare
ogni residua vita
un vortice di luce
col suo respiro asssetato
scava lka mente ti percorre il sangue
-sotto le pietre insidia
oscura di serpente-
Da fessure di palpebre brucianti
sulla roccia trafittadai graffiti
di antichissime genti
s'incurva una vertigine
violenza di bellezza ti ferisce.
Non servo parole agli occhi
se le dune s'incendiano al tramonto
di sfiniti bagliori come un canto
di luce che s'aggrappa al tuo silenzio.
LUCIANA RIVA
SOLO ATTIMI!
Nel giorno la splendente
certezza della luce
che scioglie l'attimo
rapito dal vento...
Nell'aurora svenisce
il rumore bianco
dell'incertezza,
di questo giorno
non desiderato...
Arriverà il crepuscolo
della sera e sarà buio,
allora me ne andrò
verso la collina
nello stordito profumo
de foglie e ricordi...
un lontano suono
si sente,
e scende su uccelli tristi
che trafiggono l'attesa
del sole che si assenta
assagggiando gli...
aromi del mondo...
SABRINA GHIRINGHELLI
LA PREGHIERA
Vecchi sono i suoi lamenti
duri, troppo duri, i paesaggi amati,
senza tempo il loro confine.
Perchè resistere sotto il cielo nascosto dalle favole?
Perchè combattere fino a farsi pietra tra i rovi?
Non vedo preghiera che scivoli come luce tra i battiti impazziti.
CARLO CARUSO
CUSCINO DI NULLA
Un vecchio barbone
guardando il fiume che si portava via
schiume di detersivi sintetici
che avevano lavato inutili stracci di tempo
mi disse:
"voglio abitare là
dove non sono mai stato,
voglio fermarmi là
dove non sarò mai!" E rideva
del fiume e della meraviglia
dipinta sulla mia faccia
da stupido.
Poi tossì forte e gli chiesi:
"Non hai freddo?"
mentre chiudevo il cappotto
sulla gelida nebbia fangosa
che mi mordeva il petto.
"Il giorno che io fuggii via - disse -
la mia calda casa
mi bruciava come l'inferno,
e volevo strapparmi di dosso anche la carne.
Per me il Paradiso è un Non-Luogo
fresco di vento
dove il cuore può quietamente evaporare
come una nuvola" Tacque.
Il quel momento caddero sull'acqua fluente
piccole gocce di pioggia.
Ci guardammo in un sorriso
e il Tempo svanì.