L'abbraccio

Recensione del
Dott. Marco Ceppi
Psicologo, formatore in logoterapia e analisi esistenziale



Cosa è più totalizzante ed assoluto di un abbraccio? In questo attimo sospeso, due esistenze si incontrano e si fondono. E’ il principio di tutte le cose: l’amore genera vita. Non esistono spazio e tempo, esiste solo l’incontro, la presenza calda e accogliente, dell’altro/a al quale si dona noi stessi.
L’amore è gratuito, non si merita per qualcosa, è un dono che si riceve.
La dinamica relazionale del dono di sé, è sicuramente più evidente nell’abbraccio protettivo ed esclusivo, dell’amore incondizionato di una madre verso un figlio.
Non ci sono stagioni, non ci sono luoghi, non c’è niente che possa sostituire, influenzare questa relazione, almeno nelle relazioni che consideriamo “normali”.
In un tempo sospeso, in uno spazio aperto, immaginiamo al caldo di una giornata estiva o nel corso di una manifestazione nella quale la madre usa un copricapo che fa sfoggia di sé, in questo bel quadro di Carla Pistola, possiamo contemplare l’amore consolatorio, accudente, autentico, dell’IO madre che si prende cura del TU bambino.
L’amore, per usare una bella espressione di Viktor Frankl, è appunto questo, un “io che si realizza in un tu”.
L’attimo impresso sulla tela appare incerto, potrebbe far pensare al singhiozzo smorzato con il corpo o alla beatitudine del sonno ristoratore sulla spalla protettrice, dopo il tempo del gioco.
La posa del bimbo è la stessa, perché ogni figlio si nutre e usa il corpo della madre a suo piacimento; e ogni madre sa, che l’essenza amorevole è tutta in questo darsi pienamente, per soddisfare l’esigenza primaria del figlio.
In questo contesto accogliente, anche la madre viene avvolta in un abbraccio: la Vita si prende cura della vita. Così le mani colorate, divengono la rappresentazione scintillante della Vita, che emerge in tutta la sua potenza e significatività e che ci fa esclamare: “l’amore è il principio di tutte le cose”.