Desertificazione
I dipinti di Basilio Dipani dal titolo “Desertificazione”, di recente produzione, sono opere molto suggestive ed evocative, al confine tra l'astratto e il figurativo. L'impatto emotivo di queste tele è tagliente, intenso e pregnante. L'artista sembra voler raffigurare una natura desolata e aliena, ma che conserva ancora un afflato di dirompente vitalità. Il paesaggio è lunare e irreale, e sembra appartenere a un universo parallelo, a una dimensione dagli squisiti toni onirici e visionari. E' una natura dicotomica e atemporale, in bilico tra distruzione e rinascita, tra stasi e movimento, che si ribella alla mano ottusa dell'uomo e resiste caparbia alla sua insolente prepotenza. Le tonalità cromatiche di questi quadri sono acide, ruvide e apocalittiche, e la tecnica utilizzata crea intrecci materici densi di significati simbolici. Nei due quadri è presente un elemento centrale, un velo sottile, emblematico ed evanescente, che (rappresenta una scissione,) una coriacea dissonanza, e allo stesso tempo dona movimento ed equilibrio alla composizione, creando un sapiente effetto di profondità prospettica in cui lo sguardo, addentrandosi in un orizzonte infinito e arcano, si trastulla e si smarrisce. Pare di assistere a una silente deflagrazione, in cui un magma livido erutta dalle viscere della terra e si riversa nel cielo con tutta la sua potenza distruttrice e rigeneratrice. E come l'araba fenice, alla fine la natura, annichilita e vilipesa, si risveglia e risorge dalle ceneri.
Chiara Manganelli [Critica d'Arte]
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