Della Carne Dipinta
Paolo Giansiracusa
Attilio Giordano dipinge in maniera singolare, non rappresenta e non interpreta alla maniera degli altri pittori contemporanei. Ne sono documento chiaro le opere recenti in cui la figurazione non è proposta secondo il metodo della lettura formale e nemmeno secondo l’indagine espressionista, basata sull’indagine degli spazi dell’intimo. La sua potrebbe definirsi una pittura costruttiva, concepita come un’architettura, in cui gli elementi compositivi hanno significati del tutto diversi rispetto a quelli usuali e sono assemblati per dare sostanza, carne, energia, a creatura nuove. Gli elementi figurativi della sua pittura emergono si dalla realtà visibile, indagata dall’autore in ogni orientamento, ma si dispongono per rivelare verità diverse da quelle note, verità più profonde che il medium dell’arte riesce a fare emergere. Si direbbe che un mondo nuovo di creature di carne germogli all’ombra delle sue pennellate veloci. Una vita nuova espressa nei volti, nei gesti, nella carne dipinta, fiorisce nelle tele di Attilio Giordano. Vite nuove, creature mai viste, trasfigurate dalla luce della sua passione poetica riempiono gli spazi dell’invenzione artistica, i luoghi profondi in cui vivono, alitate dal vento della fecondazione pittorica. Sono architetture di carne,imponenti come nuvole gonfie di vita, belle di una bellezza che invita al contatto, all’abbraccio possessivo. Il suo è un racconto che parla della nascita della vita nello spazio della pittura. È per tale ragione che non riproduce il visibile ma da esso trae l’energia per costruire nuovi sistemi di esistenza poetica. Le sue sono quindi creature dell’arte, presenze del sogno poetico, ben diverse da quelle che lo sguardo può cogliere nella miriade di incontri dell’esistenza reale. Come certi esseri mitici, nati dalla fantasia degli scrittori, i suoi personaggi non hanno storie umane ma vivono di un’esistenza poetica. Come prometeo o proserpina, come Dioniso o venere, …..le sue creature sono generate dal polline leggero dei campi, dall’onda schiumosa del mare, dalla pennellata virile che penetra la trama della materia e la imprime con nuovi segni, con nuovi colori, con nuovo respiro. Passionale oltre ogni dire, dipinge la carne degli esseri generati dal suo seme fecondatore. Incide con forza il supporto telare, lo solca, lo attraversa, lo possiede e vi lascia le impronte e i desideri. Sempre nuovo in questa voglia di creare che pulsa nelle sue vene, genera forme allo stesso modo in cui la vita fiorisce nel turbine tempestoso degli elementi naturali. Ora taglia le masse con violenza poi le ricompone con fare materno, quindi le accarezza come amante dalla passione infuocata. Le mani e le labbra s’incontrano nelle masse di carne, le ferite e le carezze si alternano e s’incrociano come le lance di un fuoco che ora brucia e poi rigenera fiamme ardenti. Giordano genera carne e luce con un unico gesto, poi nel palpito vitale dell’esistenza emersa tuffa il suo stesso cuore come ad indagare i percorsi in cui viaggia il colore. Altri corpi sono dunque i suoi, altre creature vestite di colore e inseminate di passione. Il tutto nell’insieme è un grande autoritratto, perché come scrive Hermann Hesse “la vita di ogni uomo è una via verso se stesso…”.
Meat painted
Attilio Giordano painted in a unique way, is not and does not interpret the style of other contemporary painters. It is clear document recent works in which the figure is not given by the method of formal reading and even according to the survey expressionist based Investigation of intimate spaces. His paintings could be called a constructive, conceived as an architecture, in which the elements have completely different meanings than usual and are assembled to give substance, meat, energy, a new creature.
The figurative elements in his painting will emerge from the visible reality, the author investigated in any orientation, but you have to reveal different truths from those notes, the deeper truth that the medium of art can bring out. It seems that a new world of creatures of flesh sprouts in the shade of his fast brushstrokes. A new life expressed in the faces, gestures, in the flesh painted with flowers in the paintings by Attilio Giordano. Screw new creatures never seen before, transfigured by the light of his poetic passion fill the spaces of artistic invention, the deep places where they live, wafted by the wind of pictorial reproduction. Architectures are of meat, as big as puffy clouds of life, beautiful with a beauty that invites contact, possessive embrace. His is a story about the birth of life in the space of painting. It is for this reason that does not reproduce the visible, but it takes energy to build new systems of poetic existence. His creatures are then art, the poetic dream appearances, very different from what the eye can take in the myriad of meetings real existence. Like some mythical beings, born from the imagination of writers, his characters have human stories, but live a life of poetry. Like Prometheus, or Proserpine, as Dionysus or Venus, ... .., his creations are generated by the light of pollen fields, frothy wave of the sea, the manly brush that penetrates the fabric of matter and impresses with new signs, with new colors with a new breath. Passionate beyond belief, he painted the flesh of created beings from his fertile seed. Affects strongly support telare, the furrows, through it, owns it and you leave footprints and desires. Also new in this desire to create that pumping through his veins, creates forms in the same way in which life flourishes in the whirlwind of tempestuous elements. Now cut the masses with violence then reassembles to do with mother, then as her lover caresses her burning passion. The hands and lips meet in the masses of flesh wounds and caresses alternate es'incrociano as the spears of a fire that now burns and then regenerates the burning flames. Jordan produces meat and light with a single gesture, then beat in the vital existence emerged plunges his own heart as to investigate the locations where travelers color. Other bodies are therefore his, other creatures dressed in the color of passion and inseminated. All in all it is a great portrait, Hermann Hesse wrote it as "the life of every man is a path toward himself ...."
Paolo Giansiracusa [critico d’Arte e Docente di Storia dell’Arte all’Accademia di Belle Arti di Catania.]
Hai bisogno di informazioni?
Vuoi chiedere maggiori informazioni? Lasciami un messaggio, risponderò al più presto