Antonio Favale
“Senza museruola”
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La realtà come fonte originale, essenziale di ispirazione: da millen-ni, addirittura dalle primissime forme dell’espressione umana, la storia dell’arte si è snodata attraverso le esperienze elaborate e proposte con riferimento all’interpretazione del dato reale. Ed è in questa parola, interpretazione, che si sintetizza la parte principale dell’operare dell’artista dei giorni nostri: se all’inizio della propria avventura, infatti, l’essere umano traduceva nelle immagini primi-tive che ancora possiamo ammirare sulle pareti delle grotte la vo-lontà di trasmettere la propria esperienza, il proprio vissuto, oggi l’artista accetta con piena consapevolezza la sfida di un’ermeneuti-ca del dato reale. L’artista è dunque un soggetto primario di ogni o¬pera d’arte, soggetto vivo, cosciente, sensibile e pensante, ben di-verso dalla fotocamera che non può che registrare la realtà sulla ba-se di procedimenti fisici o chimici precisi. Il dato reale, dunque, la stessa natura non esiste come semplice referente che si “rispecchia” (direbbe Richard Rorty) nella mente e quindi nel quadro dell’arti-sta. Non esiste un platonico mondo delle idee da contemplare e da inseguire, realtà assoluta da imitare; ma esiste una realtà soltanto nel momento in cui l’osservatore (il pittore con, ad esempio, il frui¬tore dell’opera d’arte, e questo ci ricorda tutta la dimensione socio–culturale che un simile riferimento coinvolge) contribuisce alla sua continua creazione.
Antonio Favale, da vero artista, accetta con grinta questa sfida, la affronta fino in fondo: i suoi soggetti, per quanto riguarda la se-rie che andiamo a presentare, sono tratti dal mondo animale, un mondo visto e narrato, dunque interpretato, “senza museruola”. Ed è sufficiente un’occhiata agli sprazzi di natura che Antonio Favale sceglie di ritrarre (animali anche tra i più comuni: un cavallo, un cane, un toro…) per percepire la portata del suo messaggio: un messaggio affidato ad una natura semplice ma sempre libera, a im-magini che fanno parte da generazioni della nostra quotidianità; ma parallelamente ad una più ampia natura, ad una realtà che ogni per-sona ha il dovere di vivere, di raccontare e quindi di interpretare con originalità e franchezza, evitando di ricorrere a mistificazioni implausibili ma senza peraltro cadere nella banalità dei luoghi co-muni.
Negli animali senza museruola di Antonio Favale il segno e il colore si fondono dunque in soggetti freschi e riconoscibilissimi che al contempo racchiudono una forza sorprendente, una carica di entusiasmante novità. In questo senso l’arte di Favale condensa una superiore sensibilità, peraltro sostenuta da una capacità tecnica pa¬lese, naturalmente abbinata all’attenzione per l’aspetto formale, per la composizione.
La pittura di Antonio Favale si snoda quindi oggi nell’ambito di un percorso essenzialmente culturale nel senso più ampio del ter-mine, che trascende ed eleva l’originale dimensione estetica per concentrarsi infine sulla coscienza, sempre impegnativa e a tratti inquietante, che l’essere umano ha di se stesso, della natura e del mondo: di questa nostra comune, affascinante avventura. Un’av-ventura da vivere e da raccontare… senza museruola.
Giorgio Tomaso Bagni
Treviso, 21 maggio 2007
Giorgio Bagni
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