Recensione del libro Il castigo di Alyssa
Ma se non solo le sirene esistessero, ma fossero solo un decimo di tutte le creature viventi nell’oceano? I tritoni, ad esempio, forse li aspettiamo. Le ninfe? Calipso, lei è immortale? Che ruolo ha? E i delfini, sono animali normalissimi o hanno un qualcosa che li riconduce a tutti i precedenti personaggi? Il mare toglie e dà, non dimentichiamolo. Questo brocardo è la premessa di “Il castigo di Alyssa” di Antonia Calabrese, che oggi recensiamo per voi. Allyson, in principio, era una sirena e raccontava le sue splendide avventure in un diario o due, o molti di più. Finché, colpo di scena, le verrà negata l’opportunità di essere immortale, rimanendo umana. Una semplice punizione? Lei amava molto la sua vita nei fondali, ma stava ore ad osservare quella degli umani. Un giorno sua nipote troverà i diari e scoprirà tutto. “Il castigo di Alyssa” è un racconto scritto bene, ha un ritmo equilibrato, non troppo lento né troppo andante, perfetto per una lettura tranquilla. Le descrizioni di luoghi, persone, oggetti o leggende sono ricche di particolari, alcuni dei quali piuttosto inusuali; restano impresse nella mente per molto tempo. I capitoli, piuttosto lunghi, raccontano una storia molto poco tranquilla e ricca di vicende avventurose a modo loro. I colpi di scena, di cui la trama è piena, fanno pensare a un “cucù” fatto la notte per far spaventare qualcuno; questo racconto non può essere predetto in alcun dettaglio ed è sempre una completa sorpresa. Il linguaggio usato comprende qualche volta forme dialettali, probabilmente appartenente alle zone stesse in cui le vicende sono ambientate, ma tutto sommato è piuttosto semplice da capire, efficace e chiaro, scorrevole e leggero. Non pesa proprio, e penso sia un libro perfetto anche per iniziare ad avvicinarsi al genere fantasy.
Giorgia [Blogger]
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