Rivista Culturale "La Ciminiera"
L’arte dell’Inconscio di Anna Rita Aprile “We are such stuff as dreams are made of” William Shakespeare. L’arte di Anna Rita Aprile si sostanzia della materia dei sogni e dell’inconscio. Sulla sua tela si materializzano immagini che ricordano archetipi dell’inconscio, schemi istintuali e mnestici. I riferimenti all’Arte e alla sua tradizione sono ben assorbiti e reinterpretati in chiave personale, soprattutto quelli provenienti dall’area delle Avanguardie storiche, dall’Espressionismo di matrice statunitense e del Cubismo. Ad un occhio allenato non passano inosservati i riferimenti a Picasso, Kandiskij, Klee, Rotchko, Pollock, Severini, Magritte e altri ancora. Così, ad esempio, in Cocktail-party, la elzione della scomposizione cubista si sostanzia, nella cornice blu picassiana, in una ripresa di elementi del volto e dell’ambiente che ritornano in altre opere: nell’opera chiamata Frida, la duplicazione del volto semicoperto della Kahlo riecheggia quello de La Danseuse Obsedante di Severini, mentre ne La scia rossa gli elementi pollockiani della disposizione astratta del colore si associano alla ricerca delle linee kandiskijane, evidenti anche in Gioco, una tela del 2016, qui esaltate dall’uso sapiente dell’acrilico sulla tela. Anche in Impressioni di viaggio lo schema pollockiano si materializza in una gabbia che cela/rivela il viso semi nascosto, ancora una volta, con riferimento all’esperienza acquisita, allo sguardo, soprattutto quello allenato del pittore, che coglie i particolari dei luoghi, delle cose che vede viaggiando e tarsmette allamemoria attraverso sensazioni. Sensazioni che ritornano, ancora una volta, nella parabola de Il Grande Fratello, opera a tecnica mista che ricorda soluzioni kandinskijane proiettate però sull’incubo televisivo dell’occhio, stilizzato in due cerchi concentrici, uno nero, l’altro parzialmente opaco. In Senza Titolo del 2016, invece, i ghirigori e i rettangoli sembrano richiamare soluzioni primitiviste e da street art, comprese alcune soluzioni di Basquiat, mentre onirici richiami pervadono Le notti insonni, con la figura femminile di schiena nell’alveo centrale che sembra rievocare soluzioni inquietanti alla Magritte. Ma è soprattutto la ricerca di significati inconsci, onirici quasi, nello scandagliare la forma della pittura, la matrice della ricerca pittorica di Anna Rita Aprile, in questo perenne ed inesauribile dialogo con se stessa e il mondo, interiore ed esterno. E dal dialogo con il mondo e con la memoria, la poetica di Anna Rita Aprile si innesta una pittura che cerca un senso più profondo, dell’essere e della vita, per lo più nei silenzi interiori e nello loro specchio che è il mondo.
giovedì 14 ottobre 2021
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