Eros e Materia nella pittura di Adriano Fava
Il pittore Adriano Fava tradisce le sue origini del maestro ceramista. Quel gusto decorativo dell'immagine, quei tagli netti a definire la forma, le superfici sgranate del colore, tutto rivela nell' artista romagnolo un assiduo allievo di Biancini presso l'Istituto d'arte ceramica di Faenza, dove ha studiato; come pure i cordiali rapporti con un altro maestro della ceramica, scultore Carlo Zauli. Non ultimo, ma qui la ceramica non c'entra, il rapporto amichevole e la reciproca stima con il pittore Mario tozzi. Bastano questi nomi per notare da quali nobili padri nasce pittore Adriano Fava, su quale impianto è andato costruendo la sua singolare e originale personalità dell'artista. Fanno sorridere certi artisti quando dissennatamente affermano, vantandosene, di non essere figli di nessuno, quasi si ritenessero contaminati dagli influssi dei maggiori. Uno degli aspetti più attraenti nell'opera pittorica di Adriano Fava il suo modo di accostarsi alla materia. Il rapporto che riesce a instaurare con il tessuto cromatico del quadro - al di fuori del riferimento al contenuto - e già di per se è stimolante perché la materia canta vivendo una propria vita autonoma. Osservate il grande quadro politico elettrico che ha per titolo «Bisonte rosso». Leggetelo da sinistra a destra e dall'alto in basso come se fosse una pagina scritta. Noterete che indipendentemente dall'argomento del quadro in cui si e no si intravede un toro o un bisonte pronto alla carica, si nota ben altro: il colore e la materia intonano un accordo che si svolge drammatico e armonioso per tutta la superficie del dipinto, intonano un accordo che si svolge drammatico e armonioso per tutta la superficie del dipinto, con perfetta coerenza, senza sbavature né zeppe. Il quadro contiene solo l'essenziale, qualificandosi tra le opere migliori, anche perché ci fornisce preziose indicazioni sulle scelte di fondo dell'artista, Dove vuole andare a parare, su quali vertici insediarsi. Vi è un altro quadro, anche questo di notevoli dimensioni, che ha per titolo «Fossili», in cui alcune forme verticali sono accostate dando origine a una figurazione ambigua, un po' misteriosa ma anche molto suggestiva. Il colore di gioca un ruolo primario: sono bruni o terre bruciate che ancora una volta sono determinanti nel suscitare un'atmosfera intensa, vagamente inquietante, pregnante dei segreti influssi. Basterebbero questi due quadri per laureare un pittore vero. Ma c'è dell'altro. Assolto l'argomento della materia, resta da accennare al valore dei contenuti che non va assolutamente disgiunto da quello della materia stessa, in quanto entrambi si completano integrandosi. L' eros è un tema ricorrente nella poetica di Adriano Fava. L'artista ha avvertito la duplice natura della donna, per cui accanto alle irrilevanti e transeunti «Bambole d'Amore» (è il titolo di un suo quadro) campeggiano le regine: Donne emancipate di maggior statura e spessore che hanno indotto un noto studioso di cui non ricordo il nome ma sono pronto a sottoscrivere la sua affermazione, che se una donna disponga di un po' di personalità di talento, nessuno muove più degno di starle accanto. Anche nei casi frequenti del nudo muliebre la forma non agisce come un principio superiore che modella la massa passiva perché si può osservare - e qui ci colleghiamo con quanto si affermava al principio di queste note - che la materia impone, sì, la sua propria forma alla forma. Non è un bisticcio di parole. La materia comporta un certo destino o, se si vuole, una certa vocazione formale, perché la materia stessa e e forma e perciò stesso chiama, limita e sviluppa la vita delle forme dell'arte. In questo senso Adriano Fava concilia materia, forma, eros, composizione e ogni altro componente del quadro in una visione superiore che trovami le opere migliori in una visione superiore che trova nelle opere migliori vivace creatività e una rispondente continuità stilistica.
Giorgio Ruggeri [Autore di testi d'arte]
Hai bisogno di informazioni?
Vuoi chiedere maggiori informazioni? Lasciami un messaggio, risponderò al più presto