Elliott Erwitt

Può racchiudersi in questa sua stessa frase, la carriera fotografica di Elliott Erwitt, alla ricerca sempre costante dell’ironia e del grottesco che si nasconde nelle scene del quotidiano. Oggi Erwitt ha 88 anni e la sua carriera lo catapulta, di diritto, nell’olimpo dei più grandi fotografi di tutti i tempi.
Una carriera che fa dell’attimo e dei contrasti sociali, spesso spinti fino al paradosso, il perno di tutta la sua produzione fotografica. Le sue immagini e alcune sue parole, possono aiutarci a trarne preziosi insegnamenti.
Elliott Erwitt, al secolo Elio Romano Erwitz , è un fotografo statunitense specializzato in fotografia pubblicitaria e documentaria, noto per i suoi scatti in bianco e nero che ritraggono situazioni ironiche ed assurde di tutti i giorni. Seguì lo stile di Henri Cartier-Bresson, maestro nel cogliere l'attimo decisivo.
Pur avendo avuto come mentori Robert Capa, Edward Steichen e Roy Stryker, la fotografia di Erwitt ha assunto uno stile proprio, al tempo stesso intimista, ironico, sorprendente, certe volte impertinente e dolcemente irriverente, ma sempre tecnicamente impeccabile.

Erwitt, oltre ad avere una fervida immaginazione, possiede una grande capacità di osservare le persone, gli animali, le cose e la vita attraverso ironia e disincanto, perspicacia e intelligenza, spirito ludico e raffinatezza mentale. Ne scaturiscono scatti curiosi, divertenti, atipici e non convenzionali, composizioni strane e fuori dal comune, ma senza nessuna forzatura

Elliott Erwitt Parigi 26 luglio 1928

Nasce a Parigi da genitori ebrei di origine russa.Fino al 1938 vive in Italia da dove poi emigra negli Stati Uniti a causa del fascismo

“Uno dei risultati più importanti che puoi raggiungere, è far ridere la gente. Se poi riesci, come ha fatto Chaplin, ad alternare il riso con il pianto, hai ottenuto la conquista più importante in assoluto. Non miro necessariamente a tanto, ma riconosco che si tratta del traguardo supremo”.

Durante la sua vita, Erwitt viaggia e scatta moltissimo dando priorità al momento rubato. Soggetti visti attraverso un obbiettivo imprevedibile: “Le idee vengono dopo che l'immagine è stata realizzata. Credo che la maggior parte delle volte sia andata così: ho scattato delle foto in base al mio istinto e poi, in seguito, ho fatto delle considerazioni al riguardo”.

Cosa traspare dagli scatti sempre particolari di Erwitt? La capacità di meravigliarsi continuamente degli spunti offerti dall'ambiente che lo circonda.Si sente molto attratto dal rapporto animale-padrone tanto da ritrovare nell'uno i tratti caratteriali distintivi dell'altro.

Tutta la sua produzione si impernia su alcuni punti che ritiene fondamentali:

Fotografa divertendoti
“Una volta a Kyoto camminavo dietro ad una signora che portava a passeggio un cane dall’aspetto interessante. Solo per vedere cosa sarebbe successo, abbaiai. La signora tirò immediatamente un calcio al cane sconcertato.Che saltò... “
Erwitt, nel corso della sua carriera, fotograferà molte volte gli animali, che lui vede come delle inconsapevoli proiezioni dei comportamenti umani. In particolare i cani, saranno oggetto preferito della sua ricerca fotografica (dedicherà a loro ben quattro libri).
Insegnamento
Non possiamo riuscire a cogliere l’umorismo di una scena se noi per primi non riusciamo a divertirci per quello che stiamo facendo e siamo incapaci di interagire con la gente e con l’ambiente intorno a noi. Spesso, le situazioni migliori si verificano…provocandole.
Erwitt abbaia al cane, che ha una reazione. Reazione che, a sua volta, provoca la reazione scomposta della sua padrona. Lui, che aveva previsto tutto (o quantomeno se lo augurava), era lì pronto a scattare quella che poi sarebbe diventata una delle sue foto più famose. Se non avesse abbaiato al cane, questo scatto non sarebbe mai esistito. Sii socievole, parla con la gente, interagisci con le persone e divertiti.

Tecnica o messaggio?
E’ l’annosa questione tra tutti i fotografi, mai veramente risolta: in uno scatto di reportage o street photography, è più importante cogliere l’attimo o bisogna stare soprattutto attenti alla tecnica compositiva (regola dei terzi, regola aurea, ecc.)?
“Chiunque può diventare un fotografo con l’acquisto di una macchina fotografica, così come chiunque può diventare uno scrittore con l’acquisto di una penna, ma essere un buon fotografo richiede più che la semplice perizia tecnica. Basta poco per capire se qualcuno è dotato di senso di stile, senso della composizione e una grande istintività. Tuttavia, tutte le tecniche del mondo non possono compensare l’impossibilità di notare le cose”.
Insegnamento
C’è da riflettere su un fatto: molte foto fantastiche di grandi fotografi, sono passate alla storia soprattutto per il messaggio che trasmettevano. Talvolta, tali foto avevano anche una adeguata composizione tecnica.
D’altro canto, però, nessuna foto con una tecnica compositiva perfetta ma senza alcun contenuto, è mai passata agli annali della fotografia. Va da sé, quindi, che è sempre auspicabile avere un occhio di riguardo circa la composizione fotografica, ma solo se ciò non va a discapito del messaggio che vogliamo comunicare.

Esprimiti liberamente
Erwitt Elliott non ha mai amato particolarmente esprimere la sua arte su commissione. Il lavoro commissionato deve assoggettarsi anche, o soprattutto, alle dinamiche e ai paletti che il servizio fotografico stesso richiede.
“Sono un fotografo dilettante, oltre ad essere un professionista, e penso che forse le mie foto amatoriali sono quelle migliori”. E’ un’affermazione che la dice lunga, riguardo la sua voglia di libertà nell’espressione visiva.
Insegnamento
Anche se sei un professionista e la tua attività fotografica si esplica prevalentemente nell’ambiente professionale, non smettere mai di scattare “solo per te”. Appena hai tempo, dedicati un week end oppure anche solo una parte della giornata ed esci a scattare.
Liberarti dalla routine ti aiuterà a mantenere viva la creatività che, non dimentichiamolo, è ciò che differenzia una foto ben realizzata da una foto eccezionale.

Non avere fretta
Erwitt e la sua macchina fotografica, compagna di avventure ma soprattutto di lunghe passeggiate. “Alcune ottime cose nascono dall’ozio e dalla meditazione. La fotografia è il risultato di un ozio e di una meditazione intensi che finiscono con il produrre una bella immagine in bianco e nero, ben fissata e risciacquata in modo da non sbiadire troppo presto”.
Insegnamento
E’ sempre complicato riuscire a dedicare del tempo alla nostra passione ma, quando lo facciamo, spesso siamo colti dall’ansia di portare a casa foto meravigliose in poco tempo. Al contrario, è necessario assegnare una scala di priorità ai nostri impegni, in modo da dedicare più tempo a ciò che ci appassiona veramente.
Non comprimere le tue uscite fotografiche tra un impegno e l’altro. Passeggia con tranquillità, oppure siediti ad un bar ad osservare le persone. E, soprattutto, metti in conto che potresti tornare a casa senza aver scattato nessuna foto veramente interessante. Solo questa consapevolezza ti rilasserà al punto da farti godere completamente di quello che stai facendo e ti permetterà di cogliere al massimo tutto ciò che ti accade intorno.

Non progettare
“Le idee, sebbene ricoprano un ruolo meravigliosamente piacevole nella conversazione e nella seduzione, hanno ben poco a che fare con la fotografia. La fotografia è il momento, la sintesi di una situazione, l’istante in cui tutto si amalgama. Un ideale inafferrabile”.
Erwitt non ha mai amato i progetti fotografici. Sebbene abbia pubblicato quattro libri sui cani, per esempio, si trattò di una selezione fatta a posteriori, scegliendo dal suo immenso archivio fotografico dove comparivano anche persone, gatti, uccelli, maiali e ogni altra tipologia di essere vivente. Solo guardando tra le sue foto, si accorse di avere materiale a sufficienza per pubblicare dei libri sui cani.
Insegnamento
Ideare dei progetti fotografici e scattare foto di conseguenza, può essere un buon esercizio, ma può anche auto-limitarti mentalmente nella scelta dei soggetti da ritrarre. Creare un filo conduttore in un tuo portfolio è certamente una cosa positiva e a volte anche necessaria, ma un progetto può essere estrapolato anche da un contesto più ampio e realizzato nel corso di mesi o anni e non necessariamente in poche sessioni fotografiche.
Scatta quello che ti piace di più e che al momento ti attira maggiormente, i progetti scaturiranno di conseguenza.

Osserva, osserva, osserva!
“Nei momenti più tristi e invernali della vita, quando una nube ti avvolge da settimane, improvvisamente la visione di qualcosa di meraviglioso può cambiare l’aspetto delle cose, il tuo stato d’animo. Il tipo di fotografia che piace a me, quella in cui viene colto l’istante, è molto simile a questo squarcio nelle nuvole. In un lampo, una foto meravigliosa sembra uscire fuori dal nulla”.
Per Erwitt, cogliere l’attimo, è come ricevere il giusto premio di lunghe sessioni fotografiche.
Insegnamento
Molte volte il tuo miglior scatto può semplicemente nascondersi alla tua vista. A volte basta semplicemente cambiare punto di osservazione. Nel famoso scatto degli innamorati ritratti dallo specchietto retrovisore, sarebbe bastato trovarsi in un altro punto per non cogliere la poesia e la magia che hanno fatto la differenza.
Non subire passivamente lo scenario intorno a te ma muoviti, cambia il punto di osservazione. A volte basta spostarsi di pochi metri per cambiare completamente la composizione del tuo scatto e renderlo eccezionale.

Non sentirti mai arrivato
Una volta fu chiesto ad Elliott Erwitt quale reputava la sua foto migliore. La sua risposta fu: “Spero che la mia miglior foto debba ancora scattarla”. Una risposta che racchiude, al meglio, la sua umiltà, la sua voglia di migliorarsi e di continuare a guardarsi intorno.
Insegnamento
Essere troppo soddisfatto del tuo lavoro potrebbe spingerti ad adagiarti sugli allori. Sii sempre umili e consapevole che il tuo miglior scatto deve ancora essere scattato. Studia i grandi maestri della fotografia, documentati sulle nuove tecniche, confrontati con altri appassionati e professionisti del settore.
Sii consapevole che c’è sempre qualcosa da imparare e, soprattutto, non smettere mai di guardarti intorno.

a cura di Emanuele Davi
(bibl.Fotocomefare)